La Nazione, Cronaca Toscana
di Luigi Caroppo
FIRENZE Sarà Livorno la città fondamentale per la strategia di economia circolare (con raccolta differenziata da portare all’80 per cento in tutti i capoluoghi) più zero discariche della Regione Toscana. Il piano deve avere l’ultimo via libera dalla giunta di Enrico Rossi e poi potrà passare dalle carte alla realizzazione piuttosto lunga (2030). A Livorno ha sede la bioraffineria Eni, caposaldo dell’operazione riciclo, e avrà sede il nuovo impianto che produrrà dagli scarti selezionati combustibile solido secondario da inviare appunto alla bioraffineria. A sua volta produrrà biometanolo anche con plasmix (le plastiche eterogenee non riciclabili). Anche l’impianto di Case Passerini, archiviato il piano termovalorizzatore, sarà chiamato a offrire Css e Plasmix. Il tema rifiuti è tornato in primo piano ieri al convegno “Green deal: il lavoro al centro”, organizzato a Firenze da Confcooperative. E lo sarà nella campagna elettorale per il voto toscano della prossima primavera. In campo anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella: «Il nostro vero obiettivo è quello di darci un limite temporale entro il quale la Toscana deve essere ‘discarica free’. Io voglio una regione dove i rifiuti non si mettono più sotto terra, perché nei paesi moderni, che abbracciano la sfida ambientale, i rifiuti non si mettono più sotto terra: si trovano delle forme più avanzate, non solo di riciclo, ma anche di combustione per l’utilizzazione di energia pulita». La sfida? «Non è tra discariche e inceneritori, bisogna fare un grande salto di qualità e darsi obiettivi ambiziosi. La Toscana è in grado o no di darsi un limite temporale entro il quale si eliminano tutte le discariche? Non necessariamente l’alternativa sono gli inceneritori: possono essere impianti di nuova generazione come quelli che si stanno studiando insieme a Eni a Livorno». Per Nardella “la Toscana è ancora in ritardo, abbiamo ancora troppe discariche e la gran parte i nostri rifiuti solidi urbani va a finire sotto terra o, quando viene bruciata, viene portata in inceneritori lontano dalla Toscana. Tutto ciò con un aggravio di costi inaccettabile per i cittadini». Ed ha concluso: «Non amo i termovalorizzatori ma certo sono meno peggio delle discariche». Nel dibattito anche Irene Galletti, candidata del Movimento 5 Stelle a presidente della Regione. «Serve innanzitutto la garanzia riguardo all’impatto ambientale su Livorno. Secondo, la garanzia di partecipazione, dal Ministero all’ultimo dei cittadini che abita nella zona, per quanto riguarda l’informazione, la conoscenza e la condivisione di tutti gli aspetti che riguarderebbero l’eventuale costruzione dell’impianto. Il terzo è il ‘ripianamento’ dal punto di vista ambientale, che deve essere non a bilancio pari ma a bilancio positivo: cioè eventuali opere compensative devono arrivare a migliorare la qualità dell’ambiente e della vita dei cittadini».