Il Sole 24 Ore
La società è tra i primi cinque operatori nella gestione dei rifiuti
Nella filiera ci sono una ventina di imprese private o miste con sede in 5 regioni
MILANO
Un’alleanza insolita, quella di Acea e A2a, le due società multiservizi rispettivamente di Roma e di Milano (insieme a Brescia). Le due partecipate comunali si sono unite per presentare un’offerta d’acquisto nei confronti di Unieco Holding Ambiente, il ramo aziendale della società Unieco che si occupa di rifiuti, finita in liquidazione coatta amministrativa e adesso gestita dal ministero dello Sviluppo economico. Il commissario è Corrado Baldini. La capogruppo è la storica cooperativa Unieco di Reggio Emilia.
Unieco Ambiente è tra i primi cinque operatori italiani nella gestione dei rifiuti, proprietaria di impianti e discariche in tutta Italia, dal Piemonte all’Emilia Romagna, dalla Toscana all’Abruzzo alla Puglia. È presente lungo tutta la catena dello smaltimento, dalla raccolta al riciclo alle discariche, e ha anche la capacità di trattare i rifiuti speciali.
Nella filiera di Unieco Ambiente ci sono una ventina di imprese private o miste pubblico-private con sede in 5 regioni, attive in gestione, trattamento, intermediazione di rifiuti speciali, bonifica e messa in sicurezza di siti inquinati, recupero e valorizzazione ambientale, oltre che nella produzione di energia da fonti rinnovabili. Sono presenti in particolare in Toscana nella raccolta e nella gestione dei rifiuti solidi urbani.
Questa gara rappresenta pertanto l’operazione nazionale più importante nel settore. In questa fase, fino al 30 aprile, vengono raccolte le offerte nella data room. Una volta terminata, i migliori offerenti potranno rilanciare il prezzo e l’offerta. Il valore è di circa 70 milioni al momento. L’aggiudicazione avverrà entro luglio.
Roma e Milano insieme
Roma e Milano stavolta si ritrovano a collaborare. E pensare che solo qualche mese fa erano sorte tensioni tra i due comuni nel campo dei trasporti pubblici, quando il ministero aveva chiesto per le metropolitane della Capitale il supporto dei tecnici della milanese Atm. Fatto inatteso interpretabile come un commissariamento, anche se dettato solo da un’emergenza.
Ora si volta pagina. Le due società, quotate ma con i due Comuni nelle vesti di azionista di riferimento (Milano, insieme a Brescia, per A2a e Roma per Acea), si sono presentate insieme nella data room che servirà a selezionare le migliori offerte. Pochi giorni fa la scadenza della “due diligence” è stata prorogata fino al 30 aprile, dato che alcuni operatori hanno chiesto maggiore materiale informativo. La soluzione migliore individuata è stata quella di allungare i tempi, che altrimenti sarebbero scaduti il 28 febbraio.
A gestire l’operazione per Acea sarà soprattutto l’ad Stefano Donnarumma, che si prepara alla riconferma da parte della sindaca di Roma Virginia Raggi; per A2a i nuovi dirigenti che dovrebbero arrivare a breve (possibile, anche se non scontato, l’arrivo di Renato Mazzoncini come amministratore delegato al posto di Valerio Camerano).
Spagnoli e inglesi in arrivo
Sono 13 gli operatori che hanno inviato una manifestazione d’interesse. Oltre a Acea e A2a, le proposte più significative dall’estero sarebbero arrivate da Eco Eridania, che dal 2018 è di proprietà del fondo inglese Icon Infrastructure, e da Tradebe, società di gestione dei rifiuti con sede a Barcellona, fondata 40 anni fa, con attività in Spagna, Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Oman. Nel lungo elenco dei paesi già presenti mancherebbe l’Italia, appunto.
Poi si aggiungono le offerte italiane. C’è la Aimag di Carpi insieme alla bolognese Hera; la Tea di Mantova; il gruppo pugliese Albanese; il gruppo di Reggio Emilia Iren.
Il vincitore riuscirà a prendersi non solo gli impianti, ma anche la concessione. Entrare nel mercato dei rifiuti in Italia non è infatti facile, proprio perché c’è bisogno della concessione pubblica.
Il vero business di Unieco Ambiente è la capacità di gestione dei rifiuti speciali, che rappresentano i due terzi del mercato. In prospettiva questo segmento è in crescita. Il trattamento degli scarti industriali e commerciali è sempre più legato alla questione della salvaguardia dell’ambiente, verso cui c’è sempre maggiore attenzione da parte della politica e dei cittadini.
Il suo fallimento deriva dal fatto che è stata gestita da una società che si occupa di edilizia, e che quindi ha messo meno energie e risorse in questo settore. Il Mise ha però preso in mano la partita.