Italia Oggi
Emergenza rifiuti all’orizzonte
Problematico il disallineamento tra il 30/6 e il 31/12
di Tommaso Ventre*
Il già di per sé difficile percorso ad ostacoli dell’approvazione del Piano economico-finanziario (Pef) Tari per l’anno 2020 rischia di inerpicarsi ancora di più a causa del disallineamento istituzionale in corso tra legislatore e soggetto regolatore. L’Arera, alla luce dell’emergenza Covid, con la deliberazione n. 59/2020 aveva ritenuto necessario proporre il differimento al 30 giugno del termine del 30 aprile previsto dall’articolo 1, comma 683-bis, della legge 147/13. Senonché, il legislatore oltre ad accogliere la proposta dell’Autorità nel comma 4 dell’art. 107, ha deciso di aggiungere un «percorso» alternativo rispetto a quello previsto dalla deliberazione 443/2019. Il comma 5 stabilisce infatti che «i comuni possono approvare le tariffe della Tari e della tariffa corrispettiva adottate per l’anno 2019, anche per l’anno 2020, provvedendo entro il 31 dicembre 2020 alla determinazione ed approvazione del piano economico finanziario del servizio rifiuti (Pef) per il 2020. L’eventuale conguaglio tra i costi risultanti dal Pef per il 2020 ed i costi determinati per l’anno 2019 può essere ripartito in tre anni, a decorrere dal 2021».
L’autorità non pare avere gradito questa seconda opzione introdotta dal legislatore tanto da essersi tempestivamente attivata, prima con un comunicato e poi con la delibera 102/2020 per ricondurre le previsioni del legislatore nell’ambito della metodologia del metodo tariffario sui rifiuti.. Quindi, l’opzione accordata dal legislatore agli enti di riproporre, sic et simpliciter, per l’anno 2020 quelle che erano le tariffe e il sottostante Pef del 2019 viene messa in discussione e potrebbe complicarsi per l’intervento regolatorio preannunciato dall’autorità.
Nel disciplinare gli strumenti straordinari di mitigazione degli effetti derivanti dalla situazione emergenziale sull’equilibrio economico e finanziario del servizio di gestione dei rifiuti il Pef in approvazione dovrebbe trovare meccanismi di adattamento che per il 2020 consentano un adattamento dei costi efficienti alla reale situazione dei costi che si andranno a sostenere.
Sotto questo profilo sembra ci si renda conto che quella dell’approvazione del Pef, nella contingente situazione emergenziale, rappresenta solo la punta dell’iceberg di tutte le problematiche operative che saranno da affrontare nella regolamentazione della Tari per il 2020. In primo luogo, le difficoltà che gli enti hanno nel gestire le spedizioni degli avvisi di pagamento e quindi dei contribuenti di riceverle e di adempiere al pagamento rischiano di paralizzare i rilevanti flussi che questa entrata movimenta e a cui sono collegati i pagamenti ai fornitori dei servizi che, se non riceveranno i corrispettivi richiesti potrebbero sospendere i servizi (e avremmo anche l’emergenza rifiuti).
In secondo luogo, il problema dell’applicazione delle tariffe in relazione agli esercizi la cui attività risulta essere sospesa o limitata per legge e la riparametrazione per quelle attività che invece registrano volumi di produzione di rifiuti nettamente superiori a quelli normalmente prodotti. Basti pensare ai supermercati che forniscono anche quello che prima era acquistato sotto altra forma da ristoranti e bar o ai rifiuti domestici delle famiglie chiuse in casa.
Insomma, al di là e prima che intervenga Arera è urgente un chiarimento normativo che indichi termini e modalità di gestione di quello che rimane a tutti gli effetti un tributo, che deve essere governato da previsioni legislative.
* componente comitato scientifico e docente Anutel