Il Sole 24 Ore
Dall’Autorità un pacchetto di semplificazioni per gestire i piani economico finanziari
L’esame da parte di Arera dei piani economico finanziari alla base delle tariffe della nuova Tari non bloccherà l’efficacia delle decisioni locali. Se i piani non saranno in linea con il nuovo metodo tariffario, l’Authority chiederà di modificarli ma tenendo conto delle scelte assunte dall’ente territorialmente competente e delle misure necessarie a garantire la sostenibilità economica della gestione.
Il chiarimento arriva direttamente dall’Arera, che nella delibera 57/2020 appena diffusa ha messo mano a un pacchetto di semplificazioni sulla procedura di approvazione dei piani economici della nuova Tari. Perché da quest’anno sulla tariffa rifiuti debutta il metodo tariffario sottoposto alla regolazione indipendente. E la novità ha alimentato le inquietudini delle amministrazioni locali, accresciute dalle promesse non mantenute: perché nella Conferenza Stato-Città del 30 gennaio il governo si era impegnato a considerare «sperimentale» il nuovo metodo tariffario per quest’anno, ma la norma chiamata a realizzare questa ipotesi non ha trovato spazio nel Milleproroghe.
Con la nuova delibera, allora, l’Arera prova a venire incontro alle amministrazioni con un pacchetto di semplificazioni e rassicurazioni che può senza dubbio tornare utile. I piani, ricorda l’Autorità, vanno inviati entro il 30 maggio, cioè 30 giorni dopo il termine per la delibera delle tariffe che quest’anno è fissato al 30 aprile. Arera dovrà validarli, ma le decisioni locali saranno efficaci da subito, senza dover aspettare il bollino dell’Autorità. Per affrontare la caotica geografia della gestione tariffaria, f la delibera spiega che gli enti locali potranno rivolgersi ad Arera quando non otterranno collaborazione dai gestori. In caso di inerzia dei gestori, sarà l’ente a dover scrivere il Pef, e in questo caso non potrà essere richiesto l’aumento dei corrispettivi e l’adeguamento all’inflazione.