l Sole 24 Ore
Sostenibilità, nuovi report allineati a quelli internazionali
L’Efrag ha consegnato la bozza modificata dopo la pubblica consultazione
Entrano i principi guida Onu sui diritti umani e le linee Ocse sulle multinazionali
Enzo Rocca
Il primo pacchetto contenente dodici European sustainability reporting standards (Esrs) è stato consegnato dall’Efrag alla Commissione Ue il 23 novembre. Rispetto alle bozze emanate ad aprile, ci sono alcune importanti modifiche, frutto dell’esame degli esiti della consultazione che si è conclusa l’8 agosto 2022.
Gli standard internazionali
L’Efrag ha innanzitutto provveduto all’allineamento della struttura e dei contenuti dell’informativa a quelli proposti dall’International sustainability reporting standards board (Issb). Con l’obiettivo che i report redatti secondo i principi europei siano considerati conformi anche agli standard internazionali Issb, tenuto conto dei parametri fissati dalla Corporate sustainability reporting directive (Csrd).
La bozza dell’Esrs ora prevede la seguente struttura: Governance, Strategy, Risk Management, Metrics and Targets.
Inoltre, le modifiche apportate incorporano al meglio il contenuto degli standard Gri e tengono conto dei principi guida Onu su imprese e diritti umani e delle linee guida Ocse per le imprese multinazionali.
La valutazione della materialità
L’esecuzione del processo di valutazione della materialità è necessaria affinché l’impresa identifichi gli impatti rilevanti, i rischi e le opportunità da segnalare. In tale ambito, L’Efrag ha deciso di abbandonare il concetto di «presunzione confutabile» (rebuttable presumption), che aveva destato molte preoccupazioni ai commentatori.
In sostituzione è stato adottato un approccio più semplice, che prevede la pubblicazione sia di una serie di informative obbligatorie per tutti, che derivano dalle richieste legislative dell’Ue e dalle analisi dell’Efrag, sia di informazioni aggiuntive sui i temi valutati come rilevanti.
A questo scopo, le imprese dovranno implementare e rendicontare un solido processo di valutazione della materialità che copra sia l’impatto delle attività aziendali sull’ambiente e la società (Impact materiality) sia quello degli effetti dei fattori di sostenibilità (Esg) sulla situazione economica e finanziaria dell’impresa (Financial materiality). La valutazione dovrà tenere conto anche delle possibili intersezioni tra le attività e i fattori Esg.
Riduzione degli oneri informativi
Gli standard sono stati razionalizzati e snelliti, riducendo di quasi la metà gli obblighi informativi rispetto alla bozza iniziale. Sono così state accolte le lamentele provenienti dalla consultazione pubblica circa il loro eccessivo dettaglio e complessità.
La richiesta di alcuni dati, come quelli che richiedono il coinvolgimento dei partner esterni della catena del valore, è stata posticipata. In questo caso, per i primi tre anni dall’entrata in vigore degli Esrs le imprese potranno utilizzare i dati interni, tranne quando essi siano necessari per consentire agli utenti di conformarsi con i requisiti di altri atti legislativi dell’Ue. In questo modo è stato posticipato il cosiddetto effetto trickle down per le pmi che devono soddisfare le esigenze informative delle imprese obbligate al reporting di sostenibilità ai sensi della Csrd.
Inoltre, con riferimento al processo di valutazione della materialità, salvo rarissime eccezioni, non sarà obbligatorio rendicontare su tutti i datapoint e non si dovrà rivelare, come era inizialmente richiesto dall’approccio del presupposto confutabile, il perché alcune informative non sono state ritenute rilevanti.
I prossimi passi
La Commissione Ue adotterà gli standard definitivi come atti delegati nel giugno 2023. Gli obblighi di segnalazione, come previsto dalla Csrd, saranno introdotti gradualmente. Le prime aziende dovranno applicare gli standard con riferimento all’esercizio 2024, per effettuare la pubblicazione del reporting di sostenibilità nel 2025. Le pmi quotate sono obbligate a partire dall’esercizio 2026 (pubblicazione nel 2027), con possibilità di posticipazione di un ulteriore anno.
L’attività dell’Efrag proseguirà nei prossimi mesi i suoi lavori sugli standard di settore: cinque coperti dal Gri (agricoltura, estrazione del carbone, estrazione mineraria, oil+gas upstream e oil+gas mid-to downstream) e cinque ad alto impatto (produzione di energia, autotrasporto, produzione di autoveicoli, alimenti/bevande e tessuti). Quest’ultimo gruppo includerà anche gli standard Esrs per le pmi.