Serve più qualità nella raccolta differenziata per alimentare il riciclo nella Toscana del sud

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Giornata internazionale del riciclo: nel 2021, nella Toscana del sud, avviate a riciclo quasi 90.000 tonnellate di rifiuti in carta, vetro, plastica, legno e metalli
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Serve più qualità nella raccolta differenziata per alimentare il riciclo nella Toscana del sud

Greenreport

Serve più qualità nella raccolta differenziata per alimentare il riciclo nella Toscana del sud

Nell’ultimo anno Sei Toscana ha avviato a riciclo quasi 90.000 ton di rifiuti da imballaggio, e altre 65mila ton di organico sono andate negli impianti di compostaggio

Il 18 marzo si celebra la Giornata mondiale del riciclo, e i modi migliori per farlo sono due: da una parte incrementare la qualità e quantità della propria raccolta differenziata, dall’altra ri-acquistare i prodotti derivanti dal riciclo.

L’economia circolare rappresenta infatti un circuito pienamente virtuoso solo quando tutti gli ingranaggi del sistema si tengono tra loro, e questo vale ovviamente anche nella Toscana del sud, dove la raccolta differenziata – partendo da livelli più bassi – sta crescendo a velocità doppia rispetto alla media regionale, ma deve ancora migliorare nella qualità del raccolto: una responsabilità che ricade in primis su cittadini – che devono dunque poter disporre di una buona informazione in tema ambientale –, chiamati a conferire correttamente i propri rifiuti.

«Solo la raccolta differenziata di qualità apre la strada al riciclo e all’economia circolare», dichiarano nel merito da Sei Toscana, il gestore unico dei servizi d’igiene urbana nei 104 Comuni dell’Ato sud.

Secondo i dati forniti oggi da Sei Toscana, in quest’area sono stati «avviati a riciclo quasi 90.000 tonnellate di rifiuti in carta, vetro, plastica, legno e metalli raccolti in maniera differenziata», ovvero quei rifiuti da imballaggio che separiamo ogni giorno nelle nostre case; nello specifico, sono state avviate a riciclo 41.900 ton di carta e cartone, 4.800 ton di metalli, 11.600 ton di plastica, 15.500 ton di vetro e 15.650 ton di legno.

A questi quantitativi si aggiungono più di 65mila ton di organico, rifiuti biodegradabili (come gli scarti di cucina) avviati a compostaggio. Complessivamente, sono queste due macrofrazioni della raccolta differenziata – imballaggi e organico – che rappresentano l’avvio a recupero di materia nella Toscana del sud.

Sarebbe interessante rapportare queste 155mila ton totali con l’ammontare della raccolta differenziata, ma il dato certificato dall’Agenzia regionale recupero risorse (Arrr) non è stato ancora aggiornato al 2021; l’ultimo disponibile risale al 2020, quando i rifiuti urbani generati nell’Ato sud ammontavano a 532.507 ton, di cui 265.469 (520,15%) raccolti in modo differenziato.

Pur non potendo disporre dei dati 2021 sulla raccolta differenziata, presumibilmente in aumento percentuale rispetto al 2020, è dunque evidente che le 155mila ton avviate a recupero di materia nell’ultimo anno rappresentano solo una parte dei quantitativi raccolti in modo differenziato.

Un fenomeno che purtroppo non stupisce, e che di certo non riguarda solo la Toscana meridionale: in tutta la Regione, come del resto nell’intero Paese, l’avvio a riciclo cresce meno della raccolta differenziata.

Il divario sta negli scarti della raccolta differenziata, derivanti da errati conferimenti da parte della cittadinanza, che vengono individuati per tempo – ovvero prima che arrivino negli impianti di riciclo come cartiere, vetrerie, etc – dalle apposite piattaforme di selezione presenti in Toscana, per poi essere indirizzati a impianti di recupero energetico (come i termovalorizzatori) o discarica. Impianti che, beninteso, servono anche per gestire gli inevitabili rifiuti che esitano a loro volta dai processi industriali di riciclo.

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