La Nazione
Il presidente Masi: «Mille dipendenti tutti al lavoro, smart working per 130. Ecco come ritiriamo i rifiuti di chi è in quarantena»
di Orlando Pacchiani
SIENA I suoi mille dipendenti sono tutti al lavoro: da casa 130 sui 136 abitualmente negli uffici, gli altri nelle nostre strade, a pulire e raccogliere rifiuti in 104 Comuni. Sei Toscana opera a pieno regime, tra precauzioni, sospensione di alcuni servizi che prevedono contatti con il pubblico, un’assicurazione specifica a tutela di lavoratori eventualmente contagiati dal virus. «Prima di ogni considerazione, meritano un grande grazie tutto il personale, la struttura dirigenziale, i quadri, per il lavoro fondamentale che stanno compiendo con grande senso di responsabilità in giorni non facili», dice il presidente Leonardo Masi.
Come si sta muovendo Sei Toscana in questo periodo?
«Partendo dalla considerazione che il nostro servizio non può mai fermarsi, anche se la dimensione sociale sembra sospesa. Anzi, in collaborazione con i sindaci e con l’Ato cerchiamo di assecondare nuove richieste, dalla sanificazione delle strade a rimodulazioni degli spazzamenti e della raccolta in base alle presenze».
Cosa vi viene chiesto?
«La sanificazione di aree pubbliche, che compiamo grazie agli strumenti idonei e alla disponibilità dei nostri collaboratori, impiegati con adeguate misure protettive. Per ogni problema c’è un tavolo permanente di confronto con i sindacati, in un contesto operativo inedito e imprevedibile».
Quali misure per gestire i rifiuti di chi è in isolamento?
«Il protocollo è individuato dall’ordinanza regionale 13. Il nostro personale consegna alle abitazioni indicate un kit speciale, un contenitore con nastro, e poi ritira i rifiuti tutti insieme, perché per motivi di sicurezza non si potrebbero trattare le frazioni differenziata. Tutto avviene senza contatto tra operatore e utente».
Perché avete previsto un’assicurazione per il personale?
«Ci sembrava doveroso manifestare vicinanza a chi lavora e offrire una copertura in caso di malattia, dall’indennità per ricoveri all’assistenza domiciliare. Fermo restando che l’obiettivo primario è impedire il contagio con l’adozione di dispositivi di sicurezza personale».
È cambiata la vostra operatività…
«Certo, con 130 persone a casa su 136 è inevitabile. Ma oltre alla raccolta restano attivi molti servizi: il numero verde, la raccolta degli ingombranti, l’educazione ambientale on line perché crediamo sia fondamentale continuare a farlo con i ragazzi delle scuole. Tra le attività sospese, quella dei centri di raccolta per evitare contatti diretti».
Avete notato cambiamenti nelle abitudini degli utenti, per esempio sugli abbandoni fuori dai cassonetti?
«Niente di rilevante, né in meglio né in peggio. Semmai da più parti sui cassonetti sono stati lasciati biglietti per ringraziare i nostri operatori per il lavoro fondamentale che svolgono. In un periodo estremo come questo, conforta che si riscopra il valore del servizio che svolgiamo ogni giorno».