Il Sole 24 Ore
«Ripresa in Toscana con investimenti esteri»
Silvia Pieraccini
Da Confindustria Toscana sud (Arezzo, Siena, Grosseto) a Confindustria Livorno-Massa Carrara, le assemblee degli industriali diventano l’occasione per riflettere su come innescare la ripresa e assicurare la tenuta economica e sociale dei territori nella delicata fase post-Covid. «La base su cui dovrà lavorare la nuova squadra di governo regionale è l’unicità della Toscana – ha affermato ieri Paolo Campinoti, presidente di Confindustria Toscana sud, rivolgendosi al nuovo governatore Eugenio Giani – tutti, dalle istituzioni ai sindacati alle imprese, dovranno fare la loro parte con lealtà e senso civico per il bene comune». L’obiettivo che preme a Campinoti è l’attrazione di investimenti stranieri per far crescere e modernizzare i territori e renderli più competitivi. All’assemblea di Confindustria Toscana sud hanno partecipato, in collegamento, anche il ministro per gli Affari europei Vincenzo Amendola, il direttore generale Bankitalia Daniele Franco e il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che si è soffermato sulla riforma fiscale: «Non è pensabile che chi investe in produttività e economia reale venga tassato maggiormente di chi utilizza come strumento il capitalismo finanziario», ha detto. Sul confronto col Governo la richiesta è netta: «Il dialogo tra le istituzioni non è invitarci su una passerella rossa agli Stati generali o fare la commissione di lavoro Colao in cui ogni tanto ci invitano a bere un caffè al ministero. O il confronto è vero sui fatti e ci ascoltano, o non funziona niente». Al cambio di passo guarda anche il nuovo presidente di Confindustria Livorno-Massa Carrara, Piero Neri, eletto dall’assemblea col 99,6% dei consensi per il quadriennio 2020-2024. «Il primo obiettivo del mio mandato sarà contribuire a cambiare il metodo e i tempi di gestione della ripresa dopo il lungo lockdown», ha affermato Neri, con «strategie mirate al rilancio delle attività produttive e al supporto degli investimenti privati e pubblici». La Costa toscana è l’area che, già prima del Covid, viaggiava più lentamente rispetto alla Toscana centrale, e ora rischia di allargare ancora di più la forbice dello sviluppo se non decolleranno le grandi infrastrutture strategiche come il completamento del Corridoio tirrenico e la Darsena europa ma anche i collegamenti ferroviari dalla costa verso l’area di Firenze e una impiantistica per il trattamento dei rifiuti speciali adeguata ad un Paese moderno.