PIOMBINO. Tornano davanti ai cancelli Rimateria. Da oggi i dipendenti dell’azienda si ritrovano in presidio per richiamare attenzione sul loro futuro e la questione ambientale che si lega alla discarica di Ischia di Crociano. Dalle ore 9 i sindacati Fp-Cgil, Fit-Cisl, Uil Trasporti e Fiadel si sono dati appuntamento per reclamare soluzioni e l’apertura a stretto giro di un tavolo di confronto ai sindaci del territorio e alla Regione Toscana. Oltre al presidio si annunciano già due giornate di sciopero, il 3 e 4 giugno.
«I lavoratori sono scossi e preoccupati per sé e per le ricadute ambientali sul territorio. Tra qualche anno la massa debitoria in capo ad Asiu ricadrà sui bilanci comunali con il rischio di dissesto o di riduzione dei servizi – affermano i rappresentanti sindacali a una sola voce –. In questo momento di disperazione abbiamo ascoltato le parole di solidarietà dei sindaci e della Regione a cui chiediamo di aprire subito un confronto per trovare soluzioni occupazionali, perché ci sono sia gli strumenti normativi che industriali. Abbiamo già un tavolo con Sei Toscana che ringraziamo, potrebbero essere attivati i servizi di porta a porta spinto».
È da mesi, ben prima della richiesta del consiglio di amministrazione Rimateria di autofallimento e la rinuncia al concordato in continuità, che sono in corso interlocuzioni per garantire una prospettiva di lavoro ai dipendenti dell’azienda.
Due le possibili strade, che possono essere percorse anche in parallelo. Attivare la norma che prevede la mobilità di dipendenti nell’ambito di società partecipate. E dall’altra far rientrare i dipendenti che sono stati assunti con contratto Inpdap, quello degli enti pubblici e statali, nell’organico dei Comuni. Possibilità quest’ultima che potrebbe essere seguita per nove dei 43 addetti dell’azienda che gestisce la discarica di Ischia di Crociano.
La questione occupazionale si fa urgente, nei tempi in cui il Tribunale fallimentare fisserà l’udienza di convalida della dichiarazione di autofallimento da parte dell’azienda. Si tratta di giorni o al massimo alcune settimane. Nel frattempo, l’attività dell’impianto proseguirà a scartamento ridotto. Oltre ai conferimenti di rifiuti negli spazi ancora liberi del cono rovescio, circa 60mila metri cubi, ci sono da gestire il percolato e il biogas. E da chiarire se e come proseguiranno i lavori dimessa in sicurezza del sito, che hanno preso il via nei mesi scorsi alla ripresa dei conferimenti di rifiuti nei volumi del Cono rovescio. Si tratta degli interventi prescritti dalla Regione per completare le coperture della discarica attualmente coltivata e la regimazione delle acque. Nel complesso, si tratta di lavori per circa 5 milioni di euro. Lavori che devono avanzare di pari passo ai conferimenti.
Si annunciano settimane calde. E chissà se basteranno a dare un minimo di certezze. Lo scenario aperto dal fallimento Rimateria porta con sé più di una incognita. Tra le conseguenze c’è il fallimento di Asiu in liquidazione.
Si stanno già facendo i conti per stimare il debito alla fine dei giochi. Trattandosi di una società interamente partecipata dal pubblico la legge Madia, la 124 del 2015, prescrive che lo sbilancio patrimoniale o le perdite siano a carico proquota dei soci, in base al peso della partecipazione a capitale. In questo caso, i Comuni della Val di Cornia con l’aggiunta di Castagneto Carducci. A saltare potrebbe essere anche la procedura che ha portato all’ingresso dei soci industriali in Rimateria. Navarra e Iren Ambiente potrebbero aprire un contenzioso per riavere indietro i soldi versati per l’acquisto delle partecipazioni, si tratta ad oggi di un acconto, contestando che gli è stata venduta una cosa per un’altra.