Il Tirreno, Cronaca di Grosseto
Rifiuti, verso la stangata della Tari
«Voto obbligato ma sarà battaglia»
Il voto è arrivato a maggioranza, 50 Comuni su 104, pari al 71 per cento delle quote. Ma anche chi si è pronunciato con un sì lo ha fatto a denti stretti. Perché ora che l’Ato, formato dai 104 comuni delle province di Grosseto, Siena, Arezzo e dei comuni della Valdicornia, ha varato le delibere che porteranno al Pef (Piano economico finanziario), che è alla base della Tari, tocca ai Comuni mettersi a fare quel lavoro certosino per calcolare la tariffa finale per i rifiuti da presentare ai cittadini, e che va approvata entro il 30 giugno. E per tutti, o quasi, saranno aumenti.La base, d’altro canto, è di per sé più alta dell’8,7 per cento rispetto all’anno scorso. In cifre, sono 188,6 milioni di euro per tutto l’Ato di cui 131,8 milioni è il corrispettivo di Sei Toscana (gestore del servizio) e 56,8 milioni per gli impianti (discariche, impianti di trattamento). Insomma, anche se a verbale i contrari sono stati 14 e gli astenuti dieci, tra i 50 favorevoli nessuno è entusiasta.«Ma cosa dovevamo fare? – si chiede l’assessora all’Ambiente di Castiglione della Pescaia, Elena Nappi – La legge impone di approvare la Tari entro il 30 giugno. Che finalità contavano di ottenere i Comuni che hanno votato contro le delibere? Il voto contrario sarebbe servito a cambiare le cose? No. E allora? Non approvare le delibere avrebbe portato a sanzioni o a contenziosi che si sarebbero poi riversati sulle tasche dei cittadini. Noi non siamo d’accordo con Sei Toscana, né con l’Ato. Siamo convinti che, finché non si arriva alla definizione della tariffa puntuale, il metodo di calcolo sia sbagliato. Ma sono altri i luoghi dove fare battaglia». Castiglione, per inciso, è tra i Comuni dove, rispetto al 2020, quest’anno la spazzatura rischia di schizzare alle stelle. L’amministrazione ha previsto un aumento del 45 per cento rispetto al 2020. Ma Nappi tranquillizza: «Va considerato che l’anno scorso, l’anno del Covid, per venire incontro alle attività chiuse e alle famiglie in difficoltà per la pandemia, e anche per il fatto che con il lockdown alcuni servizi non erano necessari, eravamo riusciti ad abbattere le tariffe non domestiche del 40 per cento e quelle domestiche del 20: in tutto 800mila euro in meno. Quest’anno abbiamo ripristinato i servizi tolti, come il porta a porta alle utenze non domestiche dal 1° giugno al 30 settembre, lo spazzamento a Punta Ala e a Castiglione, le fototrappole, passate da due a 22, la raccolta stradale sette giorni su sette. E abbiamo inserito dei servizi in più: una nuova isola ecologica a Punta Ala per il verde, il kit per la rimozione amianto e altro. Il nostro intento è tornare alla tariffa del 2019, con abbattimento del 20 per cento sulle utenze non domestiche e del 10 su quelle domestiche».Amareggiata anche l’assessora all’Ambiente di Follonica Mirjam Giorgieri. «C’è un aumento pur non essendo aumentati i servizi. Anzi. Follonica è quasi arrivata al 65 per cento di raccolta differenziata – dice – che per un comune turistico è tantissimo. Eppure per effetto del cosiddetto “fattore di sharing” (condivisione) dall’introduzione del metodo Arera i Comuni non incamerano più tutti i soldi derivati dalla vendita delle materie prime seconde ricavate dalla differenziata, ma devono condividerne una parte con Sei Toscana». Anche Follonica, tuttavia, ha votato a favore giovedì (delegando Castiglione della Pescaia). «Approvare il Pef è comunque un obbligo – dice Giorgieri – ma questo non significa che non ci siano dei problemi. Sugli impianti, ad esempio. E questa è la sfida che deve affrontare la politica».Ha votato «convintamente» no, invece, il sindaco di Sorano Pierandrea Vanni, irritato per gli 11 milioni di euro in più che quest’anno incasserà Sei Toscana, che passa dai 120 milioni di euro del 2020 ai 131 del 2021. «Un aumento – dice Vanni – ingiustificato e non corrispondente ai servizi che eroga Sei Toscana», che si somma ai 4 milioni in più per gli impianti. Quanto all’Ato «Finora non ha tutelato adeguatamente i Comuni nei confronti dei disservizi e delle pretese di Sei», dice il sindaco. Per il quale è anche «inaccettabile che per il secondo anno venga chiesto un anticipo sulla quota impianti che per Sorano significa oltre 40mila euro che si sommano ai 50mila del 2020. In tutto quasi 100mila». Il Comune valuterà se far causa.