La Nazione, Cronaca Toscana
Rifiuti, Toscana ko senza autosufficienza di impianti
FIRENZE Adeguare gli impianti per il recupero energetico da rifiuti e per il loro riciclo, in Toscana, significa uno scenario che vale tra gli 800 e i 900 milioni di investimenti, circa 2.500 addetti in più e benefici ambientali ed economici per 36,5 milioni di euro l’anno. Lo sostiene il rapporto curato da Ref Ricerche per Cispel Toscana e Confindustria Toscana, presentato a Firenze in Regione. Nell’ottica dell’autosufficienza regionale, il rapporto stima per il 2030 un fabbisogno impiantistico tale da gestire 597mila tonnellate di rifiuti: 334mila di rifiuti urbani, 192mila di rifiuti speciali, 71mila di capacità di riserva e di eventuale picco. L’obiettivo è arrivare al 65% di riciclo nel 2030. Se non si arriva all’autosufficienza impiantistica, secondo Ref, le conseguenze sono: l’aumento dei costi di gestione e quindi di tariffe e prezzi per cittadini ed imprese, l’aumento delle emissioni di gas serra, la mancata competitività toscana. «Le imprese stanno facendo la propria parte proponendo progetti e investendo – afferma il presidente di Confservizi Cispel Toscana, Nicola Perini -, ma occorre che tutti si muovano nella stessa direzione, con l’obiettivo dell’autosufficienza». «È l’ora di farla finita con il turismo dei rifiuti -ha sottolineato Maurizio Bigazzi, presidente di Confindustria Toscana – È indispensabile costruire piattaforme dove tutti questi rifiuti vengano curati con tecnologie moderne, per far sì che in Toscana si possa completare il ciclo dei rifiuti». Ha ribadito l’assessora all’Ambiente Monia Monni: «Abbiamo deciso di non avere un atteggiamento muscolare in cui la Regione impone gli impianti ai territori ma abbiamo deciso con un patto di collaborazione con i territori. Tutto ciò si incrocia con gli avvisi del Mite che scadranno il 15 marzo: le nostre società di gestione hanno presentato interventi per 400 milioni di euro».