La centrale di committenza costituita in associazione tra il Comune di Napoli e Asia (azienda comunale responsabile dell’igiene urbana) ha pubblicato la gara per l’affidamento congiunto della progettazione esecutiva e dell’esecuzione dei lavori per la costruzione dell’impianto di compostaggio con recupero di biometano da realizzare nell’area di Napoli Est (Ponticelli-via De Roberto). La gara è stata indetta a valle di un iter autorizzato molto complesso che ha coinvolto oltre 30 enti chiamati ad esprimersi sul progetto che è finanziato con i fondi sviluppo e coesione 2014-2020, erogati dalla Regione Campania.Il progetto si inquadra in una collaborazione tra la Regione Campania e il Comune di Napoli, tesa alla realizzazione di moderni processi di trattamento dei rifiuti, nel rispetto degli innovativi principi europei e dell’economia circolare, in particolar modo del principio della prossimità. L’impianto proposto dal Comune di Napoli è risultato conforme ai nuovi obiettivi del Prgru della Regione Campania. “Si tratta di un importante traguardo per la città di Napoli – si legge in una nota – frutto di un significativo lavoro tecnico sinergico di tutti gli uffici del Comune e di Asia a vario titolo coinvolti, per la promozione della crescita di un’economia circolare e della competitività dell’area urbana di Napoli”. L’impianto consentirà il trattamento e la valorizzazione di 30mila tonnellate all’anno di rifiuti organici derivanti dalla raccolta differenziata cittadina, mediante soluzioni impiantistiche evolute, che adottano il processo e la tecnologia della digestione anaerobica, con produzione di biogas da immettere nella rete nazionale (per circa 4 milioni di metri cubi all’anno), integrata agli usuali trattamenti aerobici. L’impianto, che sorgerà in un’area limitrofa al depuratore di Napoli Est, occuperà una superficie di circa 72mila metri quadrati (di cui circa 15mila coperti) e sarà realizzato con moderne tecnologie per il contenimento degli odori, che saranno nei limiti stringenti di 180 u.o. all’uscita del biofiltro, così come richiesto dal decreto di autorizzazione ambientale.”Il processo utilizzato – sottolinea la nota – è completamente biologico e permette di conservare e recuperare l’energia biochimica della sostanza organica convertendola in biometano e valorizzandola in prodotti da immettere nella filiera agronomica. Con la realizzazione di questo impianto si avrà, quindi, la possibilità di trattare direttamente ed in loco i rifiuti biodegradabili provenienti dalla raccolta differenziata sul territorio, in ossequio al principio di prossimità, e si potrà dipendere sempre meno da logiche di mercato esterne e promuovere una corretta gestione del ciclo integrato dei rifiuti, in coerenza ai dettami comunitari che promuovono la produzione di energia da fonte rinnovabile e la riduzione di emissioni di gas ad effetto serra, grazie al contenimento dei trasporti presso impianti fuori regione, nel rispetto del protocollo di Kyoto, convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, in una prospettiva di modifica radicale della politica energetica dell’Unione. Inoltre il miglioramento auspicato del funzionamento del ciclo integrato dei rifiuti comporterà l’introduzione di riduzioni delle tasse sui rifiuti connesse all’abbattimento del costo di gestione”.