Il Sole 24 Ore
Rifiuti, con il Pnrr impianti di gestione e monitoraggio
Dal Pnrr 2,1 miliardi Il ministero ha definito le linee di intervento
Destinatari imprese, Comuni ed Enti di ambito territoriale ottimale
Paola Ficco
Il Pnrr diventa economia reale e prende vita anche sul fronte ambientale e della gestione dei rifiuti. Infatti, il ministero della Transizione ecologica ha adottato i criteri di selezione, per finanziare con 2,1 miliardi, i progetti relativi a raccolta differenziata, impianti di riciclo e iniziative “flagship” per le filiere di carta e cartone, plastica, elettronica e tessili. Tali criteri sono indicati in tre decreti, e precisamente: Dm 396 e 397 del 28 settembre 2021 e Dm 398 del 29 settembre 2021. Per tutti e tre la data di entrata in vigore è quella di pubblicazione sul sito del ministero che il relativo avviso indica nel 30 settembre 2021 ma saranno pubblicati anche in «Gazzetta Ufficiale».
I decreti si radicano nel Pnrr approvato dal Consiglio Ecofin il 13 luglio 2021, ma le risorse per attuarne gli interventi sono state assegnate alle singole amministrazioni con decreto del ministro dell’Economia del 6 agosto 2021.
I decreti 396/2021 e 397/2021 si riferiscono alle risorse messe a disposizione del ministero della Transizione che ammontano a 1,5 miliardi per i nuovi impianti di gestione rifiuti e l’ammodernamento degli esistenti (investimento 1.1, missione 2, Componente 1 del Pnrr) cui si aggiungono 600milioni di per realizzare i progetti “faro” di economia circolare (investimento 1.2).
Invece, il Dm 398/2021 approva il piano operativo per il sistema avanzato e integrato di monitoraggio e previsione e stanzia 500 milioni per dotare l’Italia di strumenti di monitoraggio e prevenzione tecnologicamente avanzati a difesa del territorio e delle infrastrutture, evitando il conferimento illecito di rifiuti e gli incendi e ottimizzando la gestione delle emergenze (missione 2, componente 4, del Pnrr).
I destinatari del primo investimento (1.1 – Dm 396/2021) sono gli Egato (Enti di governo d’ambito territorio ottimale) di cui al Dlgs 152/2006 o, se non costituiti, i Comuni che potranno presentare la proposta anche avvalendosi del gestore del servizio rifiuti igiene urbana, appositamente delegato. In ogni caso il destinatario e il responsabile nei confronti del ministero resterà l’Egato o il Comune.
Destinatari del secondo investimento (1.2 – Dm 397/2021) sono le imprese che esercitano in via prevalente attività industriali per la produzione di beni o servizi o di trasporto per terra, acqua o aria, comprese le attività artigiane di produzione di beni, e attività a queste ausiliarie. I progetti “faro” di economia circolare finanziati promuovono l’uso di tecnologie e processi ad alto contenuto innovativo nei settori produttivi dell’elettronica, carta e cartone, plastiche, tessili e che favoriscono, anche con «distretti circolari», resilienza e indipendenza del sistema produttivo nazionale, contribuendo anche al raggiungimento degli obiettivi di economia circolare, incremento occupazionale e impatto ambientale.
In entrambi i casi, il 60% è destinato alle regioni del Centro e Sud Italia e le risorse sono assegnate mediante procedure di evidenza pubblica da avviarsi entro il 15 ottobre 2021. Al fine di indire le procedure, «entro il suddetto termine» il ministero emana appositi avvisi per aree tematiche che conterranno modalità e termini di presentazione delle proposte, l’elenco delle attività finanziabili e le spese ammissibili. Gli interventi devono essere completati entro il 30 giugno 2026. Ai fini della loro ammissibilità non devono aver ottenuto finanziamenti su fondi europei né ledere il principio del DNSH («non arrecare un danno significativo»), devono essere coerenti con la pianificazione prevista dal Codice ambientale. Non sono ammissibili interventi relativi a discariche, impianti di trattamento meccanico biologico/trattamento meccanico (Tmb, Tbm, Tm, Stir ecc.) o inceneritori o combustibili derivati da rifiuti o l’acquisto di veicoli per la raccolta rifiuti.
Gli interventi di cui all’investimento 1.2, se finalizzati alla gestione di rifiuti prodotti da altre imprese, devono anche rispettare l’articolo 47 del Regolamento (Ue) 651/2014, par. 1-6, sugli aiuti compatibili con il mercato interno. I decreti individuano anche i criteri di valutazione delle proposte per ciascuna linea di intervento. Selezione e valutazione dei progetti competono a una Commissione di 15 membri (Mite, Ispra e Enea, Conferenza Stato Regioni, Arera).
LE LINEE DI INTERVENTO
INVESTIMENTO 1.1
(DM 396/2021)
Linea d’Intervento A: miglioramento e meccanizzazione della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani (600 milioni di euro);
Linea d’Intervento B: ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclo dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata (450 milioni di euro)
Linea d’Intervento C: ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e realizzazione di nuovi impianti innovativi di trattamento/riciclaggio per lo smaltimento di materiali assorbenti ad uso personale, i fanghi di acque reflue, i rifiuti di pelletteria e i rifiuti tessili (450 milioni di euro)
INVESTIMENTO 1.2
(DM 397/2021)
Linea d’intervento A: ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e realizzazione di nuovi impianti per il miglioramento della raccolta, della logistica e del riciclo dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche c.d. RAEE comprese pale di turbine eoliche e pannelli fotovoltaici;
Linea d’intervento B: ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e realizzazione di nuovi impianti per il miglioramento della raccolta, della logistica e del riciclo dei rifiuti in carta e cartone
Linea d’intervento C: realizzazione di nuovi impianti per il riciclo dei rifiuti plastici (attraverso riciclo meccanico, chimico, “Plastic Hubs”), compresi i rifiuti di plastica in mare (marine litter)
Linea d’intervento D – infrastrutturazione della raccolta delle frazioni di tessili pre-consumo e post consumo, ammodernamento dell’impiantistica e realizzazione di nuovi impianti di riciclo delle frazioni tessili in ottica sistemica cd. “Textile Hubs”.
Ciascuna linea dell’investimento 1.2 è assistita da risorse pari a 150 milioni di euro