Greenreport
Raccolta differenziata, in Toscana è passata dal 39 al 62% nell’ultimo decennio
Un lento ma continuo incremento, che ancora però non permette di rispettare le indicazioni normative
di Marco Talluri
Nel 2020 più della metà dei Comuni toscani (143 per l’esattezza) rispetta il limite stabilito dalla normativa
europea ed italiana di almeno il 65% di raccolta differenziata, limite che doveva essere raggiunto nel 2012.
In questi Comuni “virtuosi”, raddoppiati negli ultimi cinque anni, abitano poco più di 2 milioni di persone.
Però al contempo in 77 comuni toscani (pari al 28% del totale), in cui abitano circa 600mila abitanti, non si
raggiunge neppure il 45% di raccolta differenziata, un quantitativo davvero minimale e che, per alcuni
comuni, si colloca fra le peggiori situazioni a livello nazionale.
Una Toscana quindi dai due volti, con luci ed ombre, con situazioni nelle quali i dati mostrano che se
vengono compiute scelte amministrative positive, si raggiungono i risultati. D’altra parte i dati, che sono
oggettivi, mostrano anche dove il “re è nudo”, ovvero dove evidentemente la gestione dei rifiuti urbani non
costituisce una priorità.
L’Agenzia regionale recupero risorse (Arrr), una società in house della Regione Toscana che raccoglie,
verifica ed elabora i dati sul ciclo dei rifiuti urbani in Toscana e in particolare su produzione, raccolta,
recupero e smaltimento dei rifiuti urbani (a differenza di quanto avviene in quasi tutte le altre regioni italiane,
dove questa attività è svolta dalle Arpa), ha pubblicato i dati 2020 sui rifiuti urbani in Toscana.
Negli ultimi 10 anni la percentuale di raccolta differenziata è passata complessivamente dal 39 al 62%, con
un lento ma continuo incremento che ancora però non permette di rispettare le indicazioni normative. Per
quanto riguarda la quantità di rifiuti urbani prodotti pro-capite nel 2020 siamo scesi sotto la soglia dei 600 kg
a persona che costituisce un quantitativo fra i più elevati in Italia.
Una Toscana a due velocità. Fra i 25 comuni con più di 25mila abitanti (dove abitano quasi 2 milioni di
abitanti della regione) solamente 7 si collocano sotto la media regionale del 62%. Fra i comuni “virtuosi” da
segnalare gli incrementi molto significativi registrati nel 2020 rispetto sia al 2019 che al 2016, per Camaiore
(+23,7% e +32,1%), Campi Bisenzio (+16,4% e +21,2%) e Sesto Fiorentino (+8,6% e +16,8%), dove
l’applicazione della “raccolta porta a porta” ha dato i suoi effetti.
È assolutamente indispensabile intervenire nelle realtà “inefficienti” (con meno del 45% di RD) e in diversi
casi con percentuali davvero irrisorie, per “smuovere” le amministrazioni che evidentemente non sono
interessate a rispettare le norme e a contribuire alla sostenibilità di un ambito così significativo quale quello
dei rifiuti urbani.
Considerato che ormai i servizi di raccolta sono gestiti da società di ambito comprensoriale (nelle tre Ato in
cui è suddivisa la Toscana), ancora di più stridono i dati di comuni limitrofi e simili come caratteristiche che
mostrano risultati molto diversi. Un’ulteriore “prova” della insufficienza di certi amministratori locali.
di Marco Talluri, https://ambientenonsolo.com