Quattro società in una newco “Acqua e luce, tariffe giù salirà la qualità dell’offerta”

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Quattro società in una newco “Acqua e luce, tariffe giù salirà la qualità dell’offerta”

La Repubblica – Firenze

Il piano

Quattro società in una newco “Acqua e luce, tariffe giù salirà la qualità dell’offerta”

di Maurizio Bologni 

«La multiutility va fatta » , dice il sindaco di Siena Luigi De Mossi. Un’apertura senza precedenti. Capace forse, senza evocare la suggestione di uno storico superamento della battaglia di Montaperti, di unire fiorentini e senesi almeno nella gestione dei servizi ai loro cittadini di acqua, rifiuti, e poi gas, luce e ambiente, dopo decenni di ambiguità e partite a scacchi che hanno affondato i tentativi di integrazione tra Estra ( la multiutility indirettamente controllata dai Comuni senesi insieme a pratesi e aretini) e Toscana Energia ( Firenze e Pisa, soprattutto). Visto che i soci pratesi sono già della partita multiutility, le parole del sindaco di Siena dovrebbero aprire la strada alla confluenza anche di Estra nella newco in cantiere. « La Toscana economica va costruita insieme » , manda a dire De Mossi a Nardella nel post Montaperti. Ma prima, piedi per terra, sono attesi altri passi nella faticosa costruzione della multiutility. Questione di settimane, i primi atti concreti. Così fanno filtrare i protagonisti.

Il prossimo passo sarà la fusione in un unico soggetto societario di Acqua Toscana ( costituita dai Comuni per raccogliere le loro partecipazioni azionarie di maggioranza in Publiacqua che ha come ingombrante partner industriale indiretto Acea), Alia ( controllata al 100% dai Comuni per la gestione dei rifiuti), Publiservizi Spa ( la holding di partecipazioni a totale controllo pubblico di 35 Comuni nelle province di Firenze, Pisa, Pistoia e Siena che ha quasi il 20% di Acque spa oltre ad altre partecipazioni rilevanti) e Consiag ( società di 23 Comuni che ha partecipazioni pesanti in Estra e Publiacqua). Quattro società in una sola newco che si farà carico dei servizi oggi svolti da Publiacqua e Alia, e avrà partecipazioni corpose, forse destinate a crescere ( vedi l’uscita di De Mossi) in Estra e nella stessa Acque spa.

Convitato di pietra alla costruzione della multiutility è Acea: la quotata controllata da Roma Capitale ha finora sfidato per vie giudiziarie la volontà dei Comuni di toglierle la guida industriale di Publiacqua. E i Municipi, dopo un pronunciamento del tribunale delle imprese di Firenze, pensano ora di avere le carte in regola per liquidare Ace da Publiacqua, con le buone o con le cattive, sborsando 120 milioni di euro. « Comunque vada – sostiene chi è vicino al dossier – se Acea punta i piedi, la società controllata da Roma Capitale sarebbe comunque relegata a riottoso socio di minoranza non in grado di bloccare il progetto multiutility Toscana » . Si vedrà.

Intanto, dunque, per cominciare, quattro società in una sola newco, secondo quanto prevede il progetto alla cui complessa attuazione collabora Boston Consulting Group, multinazionale statunitense considerata tra le “ Big Three” nel mondo della consulenza strategica, un gigante da quasi nove miliardi di fatturato. Quattro società in una newco che, con varie sfumature, sarà proprietaria di impianti, gestirà le reti ( almeno fino ad eventuali nuove gare) e venderà servizi nei settori idrici e dei rifiuti, per cominciare. Una newco che parte da un giro d’affari di 1,5 miliardi di euro e 4 mila dipendenti, aprirà prima ad aumento di capitale naturale (immobili e mobili conferiti dai soci fondatori), poi ad un aumento di capitale esterno – che avrà finestra aperta di quattro mesi – con quotazione in Borsa di un pacchetto azionario di minoranza fino al 49%, da cui ricavare 500 milioni di euro e nel quale si vuole coinvolgere investitori istituzionali e stakeholders locali, Fondazioni bancarie, forze economiche, dipendenti e consumatori. Una newco che – in base a quanto prevede il piano industriale destinato ad essere presentato tra poche settimane – con l’unione delle forze farà efficienze per 100 milioni di euro, raddoppierà gli investimenti in reti e impianti nell’arco di pochi anni, aumenterà i dividendi per soci ( i Comuni che avrebbero più risorse da spendere), migliorerà la qualità dei servizi. Ma cosa altro cambierà per i cittadini?

Sul piano industriale è ancora calato il velo, ma il progetto esecutivo ha ricalcato quello che era lo schema di massima presentato un anno fa. Dato 100 come riferimento di partenza oggi, nella previsione la forbice delle tariffe è destinata ad allargarsi a seconda se si farà o non si farà la grande aggregazione dei servizi in una società quotata: nel primo caso, ovvero la nascita delle multiutility, la “ quota 100” delle tariffe aggregate di rifiuti, acqua, eccetera è destinata a scendere fino a 5 punti percentuali nei primi anni per stabilizzarsi a 97 dopo il 2024. Al contrario, senza multiutility, la progressione verso l’aumento di spesa per i consumatori sarebbe costante e progressiva fino a 106 nel 2026. Insomma, diversi punti percentuali di differenza dei costi per i cittadini. E magari un’unica bolletta scontata per acqua, rifiuti luce e gas. Ma per questo c’è tempo.

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