Italia Oggi
Il piano aggiornato prevede 10,5 miliardi al 2030. L’80% sarà green
Più investimenti per Iren
Gli extraprofitti pesano sui risultati 2022
di Giovanni Galli
Sull’esercizio 2022 di Iren ha pesato la tassa sugli extraprofitti per 27 milioni di euro. L’utile netto di gruppo è sceso del 25% su base annua a 226 milioni, includendo anche maggiori oneri finanziari su derivati per 21 milioni. Il risultato del 2021, pari a 304 milioni, aveva beneficiato tra l’altro di proventi fiscali non ricorrenti. Escludendo gli elementi fiscali non ricorrenti, l’utile di gruppo attribuibile agli azionisti è stato pari a 253 milioni (-3,5%). L’ebitda è migliorato del 3,8% a 1,055 miliardi (+3,8%); al netto degli effetti non ricorrenti l’ebitda ordinario è aumentato del 6,4%. L’indebitamento finanziario netto è salito a 3,347 miliardi (+15,2% da fine 2021). Gli investimenti sono cresciuto del 56% a 1,5 miliardi. Il cda proporrà all’assemblea degli azionisti, che si terrà il 4 maggio, un dividendo di 0,11 euro per azione, il 10% in più rispetto allo scorso esercizio.
Quest’anno sono previsti investimenti superiori al miliardo di euro, destinati allo sviluppo degli asset, in particolare nelle reti, nel settore ambiente e nella generazione rinnovabile. I risultati economici sono attesi in crescita grazie a un recupero del pieno valore del portafoglio clienti, alla stabilizzazione dei prezzi energetici e al venir meno degli elementi straordinari negativi riportati nel 2022. Vengono confermati il trend di sviluppo e la sostenibilità finanziaria contenuti nel piano industriale. «Nonostante il forte incremento degli investimenti», ha osservato l’a.d. Gianni Vittorio Armani, «siamo riusciti a mantenere un profilo di indebitamento sotto le previsioni grazie alla cessione del magazzino gas e all’ottima gestione del capitale circolante netto commerciale».
La multiutility ha anche aggiornato il piano industriale, con 10,5 miliardi di investimenti al 2030 (+200 milioni rispetto al 2021-2030) e opzioni strategiche per 1,5 miliardi nei business regolati, principalmente nel Sud Italia, realizzati con partner finanziari. L’utile netto è stimato intorno a 460 milioni al 2030 (+235 mln rispetto al 2022) e l’ebitda a 1,87 miliardi (+800 mln) con una crescita media annua composta del 7%. Viene confermata la remunerazione degli azionisti, con un dividendo di 0,11 euro ad azione per l’esercizio 2022 e una crescita annua del 10% fino al 2025. Nella seconda parte del piano il dividendo sarà pari al 50-60% dell’utile. Gli investimenti sostenibili ammonteranno a 7,5 miliardi, pari all’80% del totale.