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Peschereccio recupera un’altra ecoballa – Il sindaco: «Qualcuno deve intervenire»

Il Tirreno

Il Monsser ha agganciato i rifiuti compressi vicino a Cerboli. Ma intanto non si sblocca la vicenda del commissario

Manolo Morandini/ Piombino

Alza la voce il mare. Sputa fuori un’ecoballa. E lancia un ultimo appello. Almeno all’orecchio di chi da tempo si affanna a sottolineare l’indifferibilità del recupero dei 41 blocchi di combustibile solido secondario (Css) che sono sul fondale del golfo di Follonica da cinque anni, in prossimità dell’isolotto di Cerboli. Plastiche compresse finite nella notte nel sacco delle reti del peschereccio Monsser, di stanza a Piombino, che di primo mattino rientra in porto per affidare il carico inquinante alla Capitaneria di porto. Mentre il 12 giugno una distesa di tessere di plastica finisce sulla spiaggia di Reale, a Porto Azzurro. Su quei brandelli sono in corso accertamenti da parte di Arpat. I campioni di materiale raccolti dalla Capitaneria di porto di Portoferraio per forma e caratteristiche fanno pensare al contenuto delle ecoballe disperse il 23 luglio 2015 dal cargo Ivy: 63mila chili in tutto. Di sicuro, i due episodi sono dei campanelli d’allarme. Gli ennesimi, per chi continua a mostrarsi sordo.Il commissario straordinario Aurelio Caligiore – capo del Reparto ambientale marino delle Capitanerie di porto (Ram), struttura specialistica che è incardinata presso il ministero dell’Ambiente -, incaricato dal 25 giugno 2019 del recupero e smaltimento delle ecoballe, c’ha provato a onorare l’incarico, che è a scadenza il 25 giugno. La sua nomina da dicembre 2019 è al centro di un procedimento dell’Autorità garante per la concorrenza per potenziale conflitto di interessi, su cui l’Authority si pronuncerà solo il 31 luglio. Nel frattempo, negli uffici romani niente si è mosso per superare l’impasse e definire una soluzione in linea con l’emergenza. Le domande in attesa di risposte sono sui tavoli della presidenza del Consiglio dei ministri e del capo della Protezione civile nazionale da mesi. Eppure, niente si muove.Ieri il contrammiraglio è arrivato in città per l’ennesimo sopralluogo. E insieme al sindaco di Piombino Francesco Ferrari ha visionato l’ecoballa recuperata. «È inaccettabile che, dopo cinque anni, questi rifiuti siano ancora in fondo al nostro mare mettendo a rischio l’intero ambiente marino e danneggiando il tessuto economico del territorio _afferma il sindaco Ferrari _. Ancora più incredibile è l’assoluto disinteresse dimostrato dalle istituzioni, comprese quelle locali, fino a un anno fa». Che aggiunge: «È indispensabile un intervento tempestivo, prima che il danno diventi irreparabile».Il rischio è certificato dall’Ispra che parla di recupero “indifferibile”. Una fotografia che il commissario straordinario ha messo sul tavolo della Protezione civile nazionale, da cui si attendono provvedimenti in linea con la situazione, già sollecitati due mesi fa dal presidente della Regione Enrico Rossi con una formale richiesta di riconoscimento dello stato di emergenza nazionale con contestuale nomina di un commissario delegato e con poteri in deroga dato l’imminente pericolo d’inquinamento.

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