Il Tirreno, Cronaca Toscana
All’ordine del giorno l’interrogazione dei deputati del Pd, ma ci sono anche quelle di Fi e M5s. Due
iniziative di De Falco a maggio e il 7 luglio
Livorno. «Le ecoballe nei fondali del Tirreno devono essere rimosse subito e in sicurezza. Dopo 5 anni il
rischio che si sfaldino è sempre maggiore con effetti per l’ambiente devastanti e danni ingenti al turismo
locale che sta cercando di ripartire dopo l’emergenza sanitaria. Oggi, dopo il rimpallo di competenze tra
ministeri che hanno rallentato la soluzione del problema per troppo tempo, ci aspettiamo che il governo
annunci un progetto di recupero efficace e rapido»: così i deputati Pd della Costa Tirrenica Martina Nardi,
Lucia Ciampi, Andrea Romano, Umberto Buratti e Susanna Cenni nel giorno in cui l’interrogazione
parlamentare sulla bomba ecologica che giace sul fondo del mare dell’arcipelago toscano viene discussa in
commissione Ambiente a Montecitorio. Si tratta di 56 ecoballe di combustibile solido disperse dal 2015 nel
Golfo di Follonica su cui ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Ambiente anche il deputato di Forza
Italia, Stefano Mugnai: «Ritengo urgente che il governo conte – sostiene il parlamentare toscano – si pronunci
innanzitutto dichiarando lo stato di emergenza, stanziando di conseguenza risorse proporzionate per
provvedere al recupero delle ecoballe ferme in fondo al mare da troppo tempo. Non possiamo più perdere
tempo davanti al rischio di un disastro ambientale nel santuario del Cetacei». Mugnai, dunque, si dichiara
«preoccupato» per la scarsa attenzione che il governo Conte ha dedicato a questo problema. Sul quale nelle
settimane scorse è intervenuto con due interrogazioni pure il senatore Gregorio De Falco (gruppo Misto). La
prima è del 27 maggio 2020: con questa interrogazione al capo del governo e al ministro dell’Ambiente, De
Falco chiede se non si valuti l’opportunità di dichiarare «l’emergenza nazionale» e di nominare un
commissario straordinario che possa agire in deroga ai limiti degli enti e delle leggi vigenti per indire (in
fretta) una gara europea necessaria alla rimozione delle ecoballe. Inoltre nella stessa interrogazione, De
Falco chiede a Conte e al Sergio costa «quali iniziative di propria competenza intendano intraprendere per
evitare che, perdurando l’attuale situazione di stallo, si verifichi un grave danno all’ambiente marino». Visto
che le ecoballe non sono mai state rimosse, il 7 luglio 2020 De Falco presenta una nuova interrogazione (coi
colleghi Fattori e Nugnes) al ministro delle Infrastrutture. Questa volta si chiedono tutti i documenti che
ricostruiscono la vicenda che «si potrebbe risolvere con un intervento immediato una spesa di 1,5 milioni,
compresi i ristori dei pescatori». E si domanda anche se «questi documenti verranno resi pubblici».