Greenreport
Negli ultimi anni investiti 30 mln di euro per rinnovare la dotazione impiantistica
Nuovo cda per Revet, Ciolini e Scappini alla guida dell’hub per l’economia circolare
Passano da qui selezione e avvio a riciclo dei rifiuti differenziati da oltre l’80% dei toscani
Di Luca Aterini
Che fine fanno i rifiuti raccolti in modo differenziato dai cittadini toscani? In molti casi la risposta è più semplice di quanto si pensi: passano dalla Revet, che li seleziona ulteriormente preparandoli per il riciclo. Il ruolo dell’azienda pontederese è dunque di quelli centrali per l’economia circolare toscana, e da ieri a guidarlo ci sono nuovi vertici.
L’assemblea dei soci ha infatti nominato il nuovo consiglio d’amministrazione, che sarà guidato dal presidente Nicola Ciolini e dall’amministratore delegato Alessia Scappini, entrambi provenienti da Alia – il gestore unico, e interamente pubblico, dei servizi d’igiene urbana nell’Ato Toscana centro –, che di Revet è il socio di maggioranza con il 51% delle quote.
A completare il cda sono i consiglieri Alessandro Fabbrini, Lorenza Giani, Rossana Micheloni, Alfredo Rosini, Angelo Ruggeri, mentre il nuovo collegio sindacale è formato da Roberto Bonini (presidente), Francesca Lo Jacono e Francesco Rossi.
Il nuovo cda si trova davanti a un impegno sfidante per continuare a migliorare: negli ultimi anni – sotto la guida di Livio Giannotti (presidente) e Alessandro Canovai (direttore generale) –, la Revet ha messo in campo un piano industriale con investimenti da oltre 30 milioni di euro per rinnovare la propria dotazione impiantistica, grazie anche al know how portato dagli altri soci pubblici e privati (Montello Spa 30%, Sienambiente Spa 13,39%, Idealservice soc coop 4,44% ): in questo modo l’azienda di Pontedera ha potuto qualificarsi sempre di più come hub del riciclo dell’Italia centro-meridionale e come modello di economia circolare.
Oggi infatti Revet raccoglie, seleziona e avvia al riciclo le raccolte differenziate degli imballaggi (plastica, vetro, alluminio, acciaio e poliaccoppiati come il tetrapak) di oltre 200 comuni toscani, e soprattutto di oltre l’80% della popolazione regionale. Una società con una capacità complessiva di trattamento dei rifiuti pari a 360mila tonnellate annue, che non si limita all’avvio a riciclo ma ricicla direttamente la componente poliolefinica degli imballaggi di plastica più difficili da gestire, quel plasmix – gli imballaggi misti di plastica eterogenea, che non sono né bottiglie né flaconi, che incidono per quasi la metà della raccolta differenziata della plastica – che a Pontedera viene trasformata in granuli adatti alla stampa ad iniezione di qualsiasi manufatto.