Nata oggi è in cerca di nome la multiutility dei Comuni Nel 2024 lo sbarco in Borsa

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Nata oggi è in cerca di nome la multiutility dei Comuni Nel 2024 lo sbarco in Borsa

La Repubblica – Firenze

I servizi

Nata oggi è in cerca di nome la multiutility dei Comuni Nel 2024 lo sbarco in Borsa

Di Ernesto Ferrara

«Oggi sono contento perché ci sono tanti rosiconi che tifavano perché la multiutility non si facesse» dice a un certo punto un po’ scherzando ma neanche troppo Dario Nardella, mentre una 60ina di colleghi sindaci sfilano uno dopo l’altro nella hall del Palazzo dei Congressi di piazza Adua per firmare il patto di fusione che da ieri ha dato il via formale al primo nucleo della società unica toscana dei servizi di cui si ragiona da un anno. Una spa in cui per ora ha il 37,1% Firenze, Prato il 18,1%, Pistoia il 5,54%, Empoli il 3,4% e altri Comuni toscani il 35,9%. Di fatto si sono fuse in Alia tre società, cioè l’empolese Publiservizi, la pratese Consiag e la quota pubblica di Publiacqua ma aspetta ancora i big: Estra, la pisana Acque, la quota pubblica di Toscana energia. Se riuscirà ad imbarcare tutti avrà margini di ricavi e investimenti doppie rispetto a quelli dell’attuale versione mignon.

Chissà a cosa si riferisse il sindaco di Firenze coi rosiconi ma certo gli scogli sono stati parecchi e non è certo finita: la quotazione in Borsa del nuovo soggetto – che rimarrà per il 51% pubblico per il 49% sarà sul mercato con limiti di concentrazione azionaria al 5% – è già fissata per il primo semestre 2024 ma è ancora un tema dibattuto e divisivo tra i sindaci, molti dei quali hanno detto sì ma poi dovranno tornare a confrontarsi coi Consigli comunali per l’ok finale. Poi c’è da dire che mezza Toscana non è ancora dentro il percorso della multiutility, da Pisa a Siena, da Arezzo a Grosseto e Livorno: « Entro febbraio è previsto un primo aumento di capitale per 1,2 miliardi per permettere l’ingresso di altri azionisti pubblici, con un bacino potenziale di 3 miliardi di fatturato a livello regionale ed oltre 4 miliardi considerando le regioni limitrofe. E ci sono 5 anni di tempo» tiene a dire l’ad di Alia Alberto Irace, il manager deus ex machina dell’operazione, spalancando le porte ai dubbiosi. Che in verità non stanno nemmeno tutti a destra, nonostante sia verissimo che la multiutility è una creatura nata nel bacino del Pd. Basti pensare che nella foto di gruppo dei sindaci di ieri campeggiava in prima fila accanto a Nardella e ai colleghi dem di Prato e Empoli Biffoni e Barnini il pistoiese astro nascente di Fratelli d’Italia Alessandro Tomasi, possibile candidato governatore nel 2025, che sta tentando di coinvolgere i sindaci di destra di Pisa e Siena. Il fatto è che la multiutility proprio non convince ancora un bel pezzo di Pd: un gruppo di sindaci senesi capitanati da Poggibonsi, voltando le spalle all’iter di una spa toscana, nei mesi scorsi si è fiondato a Reggio Emilia a bussare alle porte per entrare in Iren, l’altra società dei servizi emiliana. Un risiko di campanili a cui i soggetti promotori dell’operazione – Firenze, Prato, Empoli – rispondono ora con un rilancio strategico, ovvero includere Ancona, che ha quote in Estra.

Intanto la sfida è ora in campo. E porta con sè alcuni fatti. Primo il nome. La neo- holding, che sarà attiva nel settore dell’acqua, dei rifiuti e in prospettiva del gas e della luce, è a caccia di un nome. La sede temporanea la avrà in via Baccio da Montelupo, quartier generale di Alia, che potrebbe essere trasformato e ampliato. Ma il nome non rimarrà “multiutility”. Chissà, forse qualcosa che dia la suggestione della spa dei toscani. E potrebbe perfino finire per mandare in soffitta definitivamente i nomi di Alia e di Publiacqua ( dopo che Acea sarà stato liquidata). Il cda che guiderà la neonata multiutility sarà guidato per ora dal board in carica di Alia, poi dall’estate si allargherà a 21. Ma la questione tariffe già impazza: «Stop aumenti» promette Nardella. «Io spero che la compagine si allarghi. Ma serve un piano industriale serio che porti alla riduzione delle tariffe » incalza Tomasi. « Il contenimento delle tariffe è l’obiettivo ma non è possibile ipotizzare ora l’entità» avverte Irace.

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