Microplastica nel mare di Reale, accertamenti della guardia costiera

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Microplastica nel mare di Reale, accertamenti della guardia costiera

Il Tirreno,

Stefano Bramanti
PORTO AZZURRO. La guardia costiera è intervenuta sulla spiaggia di Reale, posta nel sud est dell’isola, In
seguito alla segnalazione dei lettori del Tirreno relativa alla presenza di una notevole quantità di
microplastica. Una sorta di zuppa densa, composta da frammenti di rifiuti di plastica. «Abbiamo coinvolto
l’Arpat – ha spiegato il comandante della capitaneria di porto di Portoferraio, Agostino Petrillo – dobbiamo
capire con esattezza il fenomeno nell’interesse della comunità e della natura».L’azione di prevenzione e
tutela è risultata necessaria in seguito alla segnalazione fatta dal nostro giornale, nella giornata di domenica,
riguardante la comparsa sulla spiaggia in questione, posta ad est del paese di Porto Azzurro, di materiale
plastico frammentato. Al fenomeno anomalo hanno assistito diversi bagnanti tra cui una signora, autrice di
un video fatto per documentare l’episodio, la quale con senso civico ha contattato la redazione del Tirreno.
Per forma e caratteristiche i materiali fanno pensare alle ecoballe in disfacimento nel fondale al largo di
Cerboli, che notoriamente sono state disperse nel mar Tirreno, tra Piombino e Follonica. E domenica la
donna ha di nuovo chiamato Il Tirreno per segnalare l’intervento della guardia costiera sul lido, realizzato via
terra: i militari della Marina hanno prelevato parte dei residui multicolori apparsi. Ora la spiaggia si è liberata
di quel materiale inquinante, grazie ad un vento di nord che ha rigettato nel mare i rifiuti, che circolano
secondo le correnti che si determinano: una anomalia sconveniente per la natura e per il turismo. Il
comandante della Capitaneria Petrillo ha spiegato l’intervento: «Nostri uomini hanno svolto subito un
sopralluogo alla spiaggia di Reale, un’attività preventiva, una verifica per la protezione dell’ambiente, grazie
alla segnalazione apparsa sul vostro giornale, originata dalla importante notifica fatta dalla gentile signora –
racconta – il nostro scopo è arrivare a capire cosa è accaduto, da dove possa essere arrivato quel deposito
di microplastiche sulla battigia. Certamente non si può stabilire con immediatezza se c’è un collegamento
con le ecoballe disperse in mare. Allora abbiamo raccolto del materiale e lo abbiamo spedito all’Arpat
(Agenzia regionale di protezione dell’ambente della Toscana, ndr) che lo esaminerà, farà un accurato
accertamento scientifico per capire bene la tipologia, la pezzatura e magari farà un confronto con altre
situazioni analoghe che possono forse essere collegati alle ecoballe. Quindi vedremo le risposte che ci
arriveranno in tempi rapidi, le quali potrebbero spiegare il fenomeno negativo. Siamo sempre pronti ad
intervenire per la tutela dell’;ambiente, che è prezioso. Lo abbiamo capito ancora di più in questo tempo di
pandemia da coronavirus quanto sia fondamentale non realizzare squilibri nelle leggi della natura. Squilibri
che possono ritorcersi contro l’uomo, per cui occorre veramente il massimo rispetto dell’ambiente. Ed è
necessario che tutti ci ricordino costantemente tali principi ecologici».

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