Metano verde: Eni compra il biogas di Fri-El

L’ECONOMIA CIRCOLARE SALVA IL CLIMA: PUO’ TAGLIARE DEL 39% I GAS SERRA
23 Marzo 2021
In Italia è circolare il 19,3% dell’economia
23 Marzo 2021
Mostra tutti gli articoli

Metano verde: Eni compra il biogas di Fri-El

Il Sole 24 Ore

Metano verde: Eni compra il biogas di Fri-El

Intesa per 21 impianti che produrranno gas dai rifiuti organici

Il combustibile sarà rinnovabile: non avrà origine fossile

J.G.

Il metano non solamente dai giacimenti. Grazie a un accordo con la Fri-El, il gas dell’Eni verrà anche dagli impianti che fanno fermentare i rifiuti organici, quelli che i cittadini mettono ordinatamente nel bidone del cosiddetto umido, materiali che oggi spesso faticano a trovare una destinazione corretta.

In breve. L’Eni compra dalla Fri-El di Bolzano 21 impianti di produzione di biogas.

Più nel dettaglio l’Ecofuel, la controllata dell’Eni che si occupa degli investimenti nell’economia circolare, acquisisce dalla Fri-El Green Power, la holding della famiglia bolzanina Gostner che opera nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, la società Fri-El Biogas Holding, sotto la quale ci sono le diverse società locali di gestione dei singoli impianti di biogas.

L’azienda possiede 21 impianti per la generazione di energia elettrica da biogas e un impianto per trattare la frazione organica dei rifiuti solidi urbani.

Oggi dalla fermentazione dei rifiuti organici la Fri-El ottiene gas combustibile che viene bruciato come carburante in generatori elettrici, i quali sono grandi motori tradizionali con cilindri a v.

Gli impianti sono soprattutto in Alta Italia, con una concentrazione particolare in Friuli, tra Veneto (Polesine) ed Emilia, tra Piemonte orientale e Lombardia occidentale. Ma ve ne sono anche in Puglia e in Sardegna.

La potenza tipica degli impianti della società di Bolzano è attorno a 1 megawatt, cioè la taglia ideale per conseguire gli incentivi.

L’Eni ha un disegno diverso. Invece di usare il gas come combustibile per produrre elettricità, la società di San Donato Milanese intende convertire gli impianti alla produzione di metano da destinare come gas compresso o liquefatto ai distributori di carburante.

In tutto potrebbero essere prodotti oltre 50 milioni di metri cubi di metano l’anno, una quantità pari a quella di un grande giacimento. Ma in questo caso non sarà metano fossile estratto dal sottosuolo; il carbonio è “circolare”, cioè è lo stesso carbonio che era stato assorbito dagli organismi biologici.

«Con questa operazione abbiamo posto le basi per una forte crescita nel settore del biometano — è il commento di Claudio Descalzi, amministratore delegato dell’Eni — che verrà distribuito nelle stazioni di servizio Eni, sia come gas naturale compresso che come gas naturale liquefatto. Un’area di business per noi strategica nel percorso di completo abbattimento delle nostre emissioni, e un contributo rilevante alla decarbonizzazione dei trasporti e all’offerta di prodotti sostenibili ai nostri clienti. Il cammino che abbiamo delineato nella nostra strategia prosegue con un nuovo e importante elemento di concretezza».

L’accordo è soggetto ad alcune condizioni sospensive, tra cui l’autorizzazione delle autorità antitrust.

Chiamaci
Raggiungici