L’inceneritore non si farà più

L’iniziativa promossa da Fise Assoambiente guida i cittadini in un tour digitale
4 Giugno 2020
Studi e ricorsi, vent’anni persi Dal piano allo stop ambientalista E i rifiuti restano ancora un rebus
5 Giugno 2020
Mostra tutti gli articoli

L’inceneritore non si farà più


La Nazione, Cronaca di Firenze

Case Passerini, addio al progetto Al suo posto un impianto di riciclo
di Lisa Ciardi
FIRENZE Inceneritore addio. Dopo anni di tira e molla, guerre a suon di carte bollate, tensioni fra enti locali,
proteste di piazza, comitati, ricorsi e controricorsi, ora l’addio all’impianto di Case Passerini, a Sesto
Fiorentino, è stato messo nero su bianco. Lo sancisce un protocollo d’intesa fra Regione Toscana, Ato
Toscana Centro e Alia Servizi Ambientali firmato nelle scorse settimane e recepito anche in una delibera
regionale. Un atto cruciale, ma passato sotto silenzio in questi giorni di attenzione totale all’emergenza
Coronavirus. Nel documento, le parti dichiarano di aver «preso atto che l’impianto di Case Passerini non è
stato realizzato nella tempistica prevista dal Piano regionale rifiuti e bonifiche, lasciando insoddisfatte le
esigenze di interesse pubblico sottese alla pianificazione e localizzazione dell’impianto, quali la realizzazione
di un sistema impiantistico d’ambito efficiente e adeguato all’autosufficienza dell’Ato nella gestione dei rifiuti
urbani non pericolosi; l’efficienza economica; il rispetto delle condizioni del conferimento in discarica». Alla
luce di questi presupposti, prosegue la delibera «Regione, Ato Centro ed Alia Spa, sono tutti chiamati a
soluzioni industriali e tecnologiche alternative allo smaltimento in termovalorizzazione, riducendo i
quantitativi di Rsu da trattare tali e quali». Cosa significa in concreto? In parole più semplici, al posto
dell’inceneritore dovrebbe nascere un impianto di trattamento e recupero dei rifiuti, i cui dettagli sono in via di
definizione, ma che si inserirebbe nell’ottica dell’economia circolare, recentemente sancita anche da una
legge ad hoc approvata dal consiglio regionale toscano. L’obbiettivo è fare in modo che un numero sempre
maggiore di scarti torni a essere materia prima inseribile all’interno delle filiere produttive. Non a caso, il
progetto sottoscritto tra Regione, Ato Centro ed Alia Spa parla di «sviluppo di progetti di economia circolare
per la valorizzazione e il recupero/riciclo dei rifiuti». Insomma si passerebbe da un inceneritore che doveva
bruciare gli scarti per creare energia, a una «fabbrica di materiali», in grado di ricavarli dagli scarti. Le
conseguenze pratiche sul futuro dell’area, ma anche sugli assetti di Q.Thermo (la società nata per costruire il
termovalorizzatore) sono importanti. «La Regione – si legge nel documento – si impegna a adottare tutti i
provvedimenti necessari a portare a compimento le procedure di modifica degli atti di pianificazione di
settore o territoriali, per individuare le alternative industriali e di filiera alla realizzazione del
termovalorizzatore» ma anche a «individuare interventi di sostegno finanziario ed economico da riconoscere
ad Ato, finalizzati a investimenti pubblici». Ato, da parte sua, deve «effettuare un’analisi dei costi/benefici
conseguenti alle strategie alternative allo scopo di assicurare che queste non determinino costi aggiuntivi»
ma dovrà anche «indicare la possibilità di procedere al superamento della convenzione 17 ottobre 2016 per
la realizzazione del termovalorizzatore, destinando ad Alia i contributi finalizzati a investimenti pubblici». Alia
infine dovrà «rilevare con oneri a proprio carico la partecipazione societaria del privato Q.Thermo

e valutarne la riconversione produttiva». Q.Thermo, società pubblico-privata creata per costruire e gestire l’inceneritore,
è infatti partecipata al 60% da Alia e al 40% dal Gruppo Hera, società a partecipazione pubblica quotata in
borsa, che gestisce impianti di termovalorizzazione in tutta Italia.

Chiamaci
Raggiungici