La politica dell’UE in materia di rifiuti è guidata da una gerarchia in cinque fasi (figura 1) introdotta dalla direttiva quadro sui rifiuti (UE, 2018). Questa gerarchia privilegia la prevenzione dei rifiuti, seguita dal riutilizzo, dal riciclaggio e da altre forme di recupero, con lo smaltimento (compreso lo smaltimento in discarica) come ultima risorsa.
Il piano d’azione per l’economia circolare dell’Unione europea (UE) mira a dimezzare la quantità di rifiuti urbani nell’UE che non viene riciclata entro il 2030.
Secondo un rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (EEA),il raggiungimento di questo obiettivo richiede sia la riduzione della produzione di rifiuti sia un considerevole aumento del riciclaggio, forse anche oltre l’obiettivo vincolante del riciclaggio del 60%.
Il rapporto EEA analizza le recenti tendenze dei rifiuti urbani nell’UE alla luce del raggiungimento di due obiettivi chiave in materia di rifiuti: l’obbligo per ogni Stato membro dell’UE di riciclare almeno il 60% dei rifiuti urbani entro il 2030, e l’obiettivo a livello dell’UE di dimezzare i rifiuti urbani residui che vengono messi in discarica o inceneriti sempre entro il 2030.
La quantità di rifiuti urbani residui è rimasta relativamente stabile nell’UE negli ultimi 5 anni, a circa 113 milioni di tonnellate, perché i tassi di riciclaggio e la quantità di rifiuti generati sono aumentati approssimativamente con lo stesso ritmo. Nel 2020, circa il 48% dei rifiuti urbani nell’UE è stato riciclato.
Nel seguente grafico interattivo i dati aggiornati al 2020 della produzione pro-capite di rifiuti urbani nei 27 paesi dell’Unione Europea, per il dettaglio del nostro Paese vedi Rifiuti urbani (2011-2020): i dati nazionali.
Secondo l’analisi della EEA, se si continua a produrre più rifiuti urbani, l’UE dovrebbe riciclarne circa il 72% per raggiungere l’obiettivo di dimezzare la quantità di rifiuti urbani residui (non riciclati) entro il 2030. In alternativa, l’obiettivo potrebbe essere raggiunto riducendo la quantità di rifiuti generati da circa un terzo e raggiungendo il tasso di riciclaggio del 60% in tutti gli Stati membri dell’UE.
Il raggiungimento del tasso di riciclaggio del 72% richiederebbe un miglioramento significativo dei sistemi di raccolta dei rifiuti e delle infrastrutture di riciclaggio, nonché una vasta riprogettazione dei prodotti di consumo per facilitare il riciclaggio. Prevenire la produzione di rifiuti produrrebbe i maggiori benefici per l’ambiente. Ciò richiederebbe, ad esempio, un aumento della durata di vita dei beni di consumo e la garanzia di un forte sostegno per il riutilizzo dei prodotti.
Nell’ambito del Green Deal europeo e del piano d’azione per l’economia circolare, la Commissione europea ha recentemente presentato un pacchetto di proposte per rendere le merci sul mercato UE più rispettose dell’ambiente, circolari ed efficienti dal punto di vista energetico, nonché una nuova strategia per rendere i tessuti più durevoli, riparabili, riutilizzabili e riciclabili.