L’economia circolare? Un acceleratore di innovazione per l’impresa

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L’economia circolare? Un acceleratore di innovazione per l’impresa

Greenreport
Venerdì 16 il webinar organizzato da Confindustria Emilia insieme all’Università di Ferrara
L’economia circolare? Un acceleratore di innovazione per l’impresa
L’Italia è di fronte a un bivio: molti i posti di lavoro nel settore e ancora più ampie le possibilità di
sviluppo, ma ad oggi l’economia circolare sta vivendo una fase di stallo. Occorre ripartire dai territori
Nell’ambito del ciclo di incontri della Piccola industria, Confindustria Emilia propone un webinar interamente
dedicato all’economia circolare come acceleratore di innovazione per l’impresa.
«L’Europa – spiegano da Confindustria – mette a disposizione delle imprese gli strumenti finanziari per
intraprendere un percorso innovativo sempre più richiesto dal mercato». Ma non c’è vento favorevole per il
marinaio che non sa dove andare, dunque oltre alle indispensabili risorse economiche è necessario mettere
in campo un altrettanto indispensabile progetto di sviluppo: in quest’ottica Confindustria Emilia ha attivato, in
sinergia con il dipartimento di Economia dell’Università di Ferrara, una collaborazione per supportare le
imprese nello studio e successiva realizzazione di progetti green.
Durante il webinar che prenderà il via venerdì 16 ottobre alle 10.45 – aperto a tutti, previa iscrizione qui – si
alterneranno dunque voci confindustriali, case history imprenditoriali d’eccellenza e docenti dell’Ateneo
ferrarese: il direttore del dipartimento di Economia, Laura Ramaciotti, insieme al vice Massimiliano Mazzanti
(economista ambientali da anni all’interno del think tank di greenreport, Ecoquadro, oltre che direttore del
centro di ricerca Cercis).
Un’occasione preziosa per prendere coscienza di come i progressi conseguibili attraverso un approccio più
circolare all’economia siano ampi, ma di certo non scontati. Ad esempio, lo studio condotto a febbraio 2020
da Federmanager insieme all’Associazione italiana economisti dell’energia (Aiee) stima in «500mila posti di
lavoro» in soli 10 anni – ovvero entro il 2030 – le potenzialità occupazionali legate all’economia circolare,
mentre l’indagine condotta a maggio da Legambiente e Green Factor stima un incremento pari al 26% nei
green job all’interno dell’economia circolare nazionale entro cinque anni.
Di fatto però il Rapporto nazionale sull’economia circolare 2020 mostra come l’Italia sia di fronte a un bivio:
«Sotto il profilo del lavoro siamo secondi solo alla Germania – commenta Edo Ronchi, già ministro
dell’Ambiente e oggi presidente del Circular economy network – con 517.000 occupati contro 659.000.
Percentualmente le persone che nel nostro Paese vengono impiegate nei settori ‘circolari’ sono il 2,06% del
totale, valore superiore alla media Ue 28 che è dell’1,7%. Ma oggi registriamo segnali di un rallentamento,
precedente anche alla crisi del coronavirus, mentre altri Paesi si sono messi a correre: in Italia gli occupati
nell’economia circolare tra il 2008 e il 2017 sono diminuiti dell’1%. È un paradosso che, proprio ora che
l’Europa ha varato il pacchetto di misure per lo sviluppo dell’economia circolare, il nostro Paese non riesca a
far crescere questi numeri».
Per tornare a crescere, l’economia circolare deve passare dalla teoria ai territori.

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