Le Strillaie cambia padrone
È il gruppo Iren
Ora è ufficiale: cambia padrone l’impianto di produzione di compost e Css (combustibile solido secondario) delle Strillaie. Il gruppo Iren, dopo aver assunto la guida di Sei Toscana, ha rilevato la maggioranza di Futura, precedente proprietaria. Lo ha reso noto ieri la stessa Iren, spiegando che si tratta di «un’operazione condotta nell’ambito delle attività di consolidamento e razionalizzazione conseguenti all’acquisto della divisione ambientale della società cooperativa Unieco».La multi-utility di Reggio Emilia ha rilevato da Sit (Società igiene e territorio di Vicenza) il 20 per cento della società di Grosseto arrivando adesso al 60 per cento delle quote di Futura. Ma cosa è Futura spa? Una società con sede a Grosseto che gestisce un impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti indifferenziati e di compostaggio per la realizzazione di compost di qualità. Al momento i rifiuti speciali non pericolosi e di combustibile solido secondario (ricavato dai rifiuti urbani) prodotto coi nostri rifiuti alle Strillaie vengono spediti in giro per l’Italia – o in Bulgaria come il Css – con una prassi costosa e, a dire il vero, poco ecologica. L’operazione di acquisizione da parte di Iren ha comportato un esborso di 1,1 milioni di euro, a seguito della quale il Gruppo Iren ha raggiunto una partecipazione di netta maggioranza nel capitale di Futura. La ragione di questo ulteriore investimento nella Toscana meridionale da parte di Iren si lega al piano industriale di Futura, che prevede un investimento di 26 milioni di euro in tre anni per la realizzazione di un impianto di digestione anaerobica della frazione organica da 80 chilotoni/anno, con una produzione a regime di 4,6 milioni di metri cubi all’anno di biometano, che si trasforma in energia. Da qui l’innalzamento degli utili, certificato dall’indicatore Ebitda. Al momento Futura gestisce un impianto di trattamento meccanico e biologico che tratta circa 140 chilotoni/anno di rifiuti indifferenziati e frazione organica e una sezione di compostaggio per la frazione organica e il verde da 33 chilotoni/anno, la cui concessione scade al 2041.Nell’ultimo anno Iren Ambiente – la terza multiservizi italiana alle spalle di Hera e Acea, ricavi per 3,7 miliardi di euro nel 2020 – era già diventata proprietaria del 90 per cento di Scarlino Energia (inceneritore del Casone), del 40 per cento di Sienambiente (socia di Sei Toscana), del 33 per cento di Sei Toscana (diventandone socio di maggioranza relativa), che a sua volta è il gestore del ciclo integrato dei rifiuti nei 104 Comuni dell’Ato rifiuti Toscana sud. Ma anche del 40 per cento di Csai (discarica di Terranova Bracciolini). Iren, che gestisce il ciclo dei rifiuti a Torino, Piacenza, Parma e Reggio Emilia, ha già tre termovalorizzatori (Parma, Torino e Piacenza) ed è presumibile che cercherà di aggiungerne un quarto, confermando la scelta di Scarlino Energia di chiedere il via libera al completo ammodernamento e potenziamento dell’impianto. Nel mirino ci sono più o meno 200mila tonnellate di Css, fanghi di risulta dei depuratori civili, pulper delle cartiere di Lucca e residui delle lavorazioni tessili di Prato.