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Greenreport

La riforma delle aliquote Ue apre una porta per l’Iva ribassata sul riciclo

Ronchi: «Nella legge delega sul fisco non c’è nulla sull’economia circolare, che è invece un pilastro fondamentale del green deal europeo»

Con una riforma fiscale in corso in Italia, i ministri europei delle Finanze hanno raggiunto un accordo per aggiornare le norme che regolano l’imposta sul valore aggiunto (Iva) per beni e i servizi.

In attesa che adesso anche il Parlamento europeo si pronunci nel merito, si annunciano importanti aperture per ridisegnare l’Iva in senso ecologico. Il Consiglio Ue ha infatti deciso di eliminare gradualmente (entro il 2030) le aliquote Iva ridotte o le esenzioni su combustibili fossili e altri beni con un impatto simile sulle emissioni di gas serra; anche le aliquote ridotte e le esenzioni per i fertilizzanti chimici e i pesticidi chimici termineranno, il 1° gennaio 2032.

Inoltre, il Consiglio ha introdotto beni e servizi ecologici nella lista dei permessi per aliquote Iva ridotte, ad esempio nel caso della vendita di pannelli solari o biciclette, oppure per prestazioni servizi fornite nell’ambito dello smaltimento delle acque reflue, della rimozione dei rifiuti domestici e del trattamento o riciclaggio dei rifiuti, come anche per la riparazione di apparecchi domestici, di calzature e articoli in pelle nonché di indumenti e biancheria per la casa.

Si tratta di un’importante occasione per riformare in senso ecologico anche l’Iva italiana, come discusso più volte anche su queste pagine. Nel corso degli anni ambientalisti e riciclatori hanno sollecitato in numerose occasioni l’opportunità di introdurre un’Iva ridotta sui prodotti riciclati, in modo da renderne più competitivo il costo favorendone così la diffusione sul mercato.

L’ultimo contributo nel merito arriva dal Circular economy network (Cen), che ha partecipato  alla consultazione avviata dal ministero per la Transizione ecologica sulle Linee guida per l’aggiornamento della Strategia per l’economia circolare. Proprio in quest’occasione, il Cen ha chiesto al Governo di introdurre un’Iva agevolata sui prodotti più “circolari”oltre che una riduzione delle aliquote per i contratti di noleggio, leasing e sharing rispetto a quelli di compravendita.

Il nuovo accordo raggiunto in sede europea potrebbe finalmente favorire l’introduzione di un’Iva agevolata per il riciclo, anche se il Governo è rimasto finora sordo a proposte di questo tipo.

«Bene che la legge delega sul fisco preveda interventi sull’Iva e le imposte dirette sui prodotti e sui consumi energetici, in coerenza con gli obiettivi di transizione energetica. Ma non c’è nulla, in questa norma – commenta Edo Ronchi, presidente del Circular economy network e già ministro dell’Ambiente – sulla circular economy che è invece un pilastro fondamentale del green deal europeo. La legge deve puntare anche a promuovere il riciclo, l’uso efficiente delle risorse e l’utilizzo di materie prime seconde».

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