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Armani: «Transizione ecologica, qualità del servizio e territorialità, grazie anche all’assunzione di 7.000 nuovi lavoratori»
In arrivo anche due impianti waste to energy e waste to chemical
Il decennio che ci separa dal 2030 è centrale nelle politiche climatiche e per l’economia circolare, come anche per il Green deal europeo. Per traguardare gli obiettivi della transizione ecologica sono necessari investimenti enormi, e la multiutility a maggioranza pubblica Iren ha deciso di fare la propria parte con 12,7 miliardi di euro.
È questo l’ammontare degli investimenti previsti nel nuovo Piano industriale 2021-2030, presentato oggi dai vertici del gruppo, con un raddoppio degli investimenti medi annui rispetto al periodo 2015-2020 equamente distribuiti in arco piano.
Una cifra enorme, destinata prioritariamente – per l’80% secondo Iren, per circa il 70% seguendo i criteri indicati dalla tassonomia verde europea – a cinque dimensioni dello sviluppo sostenibile: 8,7 miliardi di euro per decarbonizzazione, economia circolare, risorse idriche, città resilienti e persone.
«L’impianto strategico del nuovo piano industriale poggia le proprie basi su tre pilastri: transizione ecologica, la qualità del servizio e la territorialità. Grazie a 12,7 miliardi di investimenti, il gruppo Iren sarà in grado di raddoppiare il proprio business ottenendo un Ebitda atteso pari a 1,8 miliardi di euro, grazie anche all’ingresso nel perimetro del gruppo di 7.000 nuovi lavoratori», dichiara l’ad Gianni Vittorio Armani.
Più del 70% degli investimenti cumulati sono destinati ai settori regolati o semi regolati, al fine di potenziare, ammodernare e digitalizzare i servizi a rete, con particolare focus sugli impianti di depurazione, di estendere il teleriscaldamento e di migliorare la qualità del servizio della raccolta rifiuti urbani con l’obiettivo di incrementare il recupero di materia in impianti propri.
In particolare, l’economia circolare si conferma la bussola del settore ambientale nel quale è previsto un piano d’investimenti di oltre 2,5 miliardi di euro. Il 66% dei quali è destinato allo sviluppo delle filiere connesse alla raccolta urbana, tra cui l’espansione della capacità di trattamento e riciclo anche tramite partnership per flussi in entrata e allo sviluppo di 2 impianti waste to energy e waste to chemical per colmare il gap infrastrutturale locale nella gestione del rifiuto indifferenziato.
«Il Piano strategico al 2030 di Iren, focalizzato sulla crescita in ogni area di business, prestando particolare attenzione ai bisogni dei nostri territori, proietta questi ultimi in un percorso di crescita sostenibile il cui driver principale è la qualità dei servizi», commenta il presidente Renato Boero.