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Intesa, spuntano tre ipotesi di multiutility

La Nazione, Cronaca di Siena 

Intesa, spuntano tre ipotesi di multiutility

Il professor Savioli elenca i vantaggi delle holding. 

Estra partner forte di Publiacqua e Alia, oppure incorporata in Acea o Iren

di Pino Di Blasio SIENA Aveva promesso di essere neutro, di fornire solo i supporti tecnici e i numeri sui vantaggi e gli svantaggi dell’adesione a una multiutility. Ma, davanti alla platea di sindaci e amministratori, in presenza o collegati da remoto, il professor Giuseppe Savioli, advisor di Intesa, alla fine si è sbilanciato. E ha chiaramente fatto pendere l’ago della bilancia per i Comuni soci di Intesa, più verso l’adesione a una holding pluriservizi, con il conferimento di quel 25% di quote di Estra in mano agli enti senesi, piuttosto che verso un piano ’stand alone’, focalizzato sul 25% di utili che arriverebbero dai bilanci di Estra e che poi diventerebbero dividendi. Ma la sorpresa che è arrivata ieri dall’assemblea di Intesa, convocata per approvare il bilancio preconsuntivo della società e per ascoltare lo studio dell’advisor, almeno per i non soci è stata scoprire che le slides del professore bolognese, ricche di numeri e proiezioni, ruotavano su tre idee di multiutility: quella auspicata da Prato e Firenze, con Estra insieme a Publiacqua, Acque spa e Alia, una fusione tra Estra e Adf o Acea, un’alleanza tra Estra e Iren. Tutto in base al preambolo della vigilia del sindaco di Poggibonsi, David Bussagli. «La multiutility è uno strumento, non un fine. Deve perseguire obiettivi – spiega Bussagli – per la condivisione di servizi in un determinato territorio, gestiti da uno stesso soggetto, che possa generare risparmi ed economie di scala. Ma se in provincia di Siena, e la cosa non riguarda Poggibonsi che ha un altro gestore, tutti i Comuni hanno prorogato la convenzione con Adf per i servizi idrici fino al 2031; se i Comuni senesi, insieme a Grosseto e Arezzo, hanno affidato a Sei Toscana, quindi a Iren, la raccolta dei rifiuti fino al 2034, con un piano di investimenti molto consistente; se Sienambiente, con Iren al 40%, dovrà gestire gli impianti fino al 2036 per gli stessi Comuni, quale sarebbe la logica multiservizi per Siena di un’alleanza con Publiacqua e Alia?». Alla domanda ha risposto il professor Savioli. Mostrando i vantaggi e gli svantaggi delle tre multiutility possibili in terra di Siena, o meglio nella Toscana sud, visto che Arezzo e Grosseto sarebbero coinvolte. In generale tutte le alleanze danno vantaggi in termini di maggiori utili e quindi dividendi per il territorio, maggiore capacità finanziaria e più attrattiva per avere finanziamenti dalle banche. In caso di quotazione in Borsa, più una società è redditizia più il mercato ti premia e investe sul capitale, comprando azioni. Gòi svantaggi? Essenzialmente la perdita di potere nella governance, non decidere più su nomine, consigli, consulenze e perfino assunzioni, che per gli amministratori fanno sempre comodo. Alla fine delle quaranta pagine dello studio Savioli, coadiuvato dall’avvocato Lorenzo De Martino, i sindaci presenti (per Siena c’era l’assessore Francesco Michelotti) sono tornati nei Comuni con elementi per supportare tutti gli scenari possibili. Estra, oggi, non sarebbe obbligata a fondersi con altri soggetti, nemmeno essere la società che darebbe più fatturati e il 40% del capitale per la multiutility progettata a Firenze e Prato. Potrebbe continuare da sola. Riflettendo anche sulle potenzialità di rendite finanziarie, nel caso il suo capitale confluisse in Iren o Acea, i soci forti di SeiToscana e Adf. I conti di Savioli, su utili e dividendi molto più alti, sono stati elaborati solo guardando i bilanci e attribuendo a Estra una quota ipotetica del capitale della nuova holding. Potrebbe nascere una multiutility del sud o Intesa potrebbe partecipare, tra un anno o due, alla holding toscana, strappando condizioni migliori e più potere. Si vedrà in seguito. L’assemblea di Intesa ieri ha esaminato anche il preconsuntivo, prima dei dividendi di Estra, chiuso con un utile di 169mila euro. E la proposta di piano industriale fino al 2025 che ruota sui risparmi energetici e investimenti nelle rinnovabili.

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