Il Tirreno, Cronaca di Grosseto
Inceneritore, stop definitivo
Francesca Ferri, Scarlino. Dopo decenni di battaglie legali, manifestazioni, chilometri di striscioni per gridare «no» all’impianto, un imprecisato numero di istanze a Regione e Provincia, questioni occupazionali, colpi di scena, alla fine sull’inceneritore di rifiuti di Scarlino cala il sipario. Tutto finisce con un’ordinaria archiviazione d’ufficio della direzione Ambiente ed energia della Regione Toscana, arrivata ieri ai Comuni di Scarlino e di Follonica: «Si comunica che si procederà d’ufficio all’archiviazione dell’istanza di “Progetto di revamping, ottimizzazione e sviluppo del termovalorizzatore esistente e impianto di trattamento rifiuti liquidi di Scarlino Energia”». Fine della storia. A renderlo noto, con un comunicato stampa congiunto, sono i due Comuni, da anni schierati – insieme al combattivo comitato per il No all’inceneritore, a diverse associazioni di categoria e a molti abitanti – contro la rimessa in funzione dell’impianto. Alla fine nel braccio di ferro tra il territorio e la proprietà dell’inceneritore, è stata quest’ultima a mollare la presa. Una nuova direzione voluta dalla nuova proprietà, il colosso Iren Ambiente, che ha acquisito Scarlino Energia, società titolare dell’impianto. Iren si è trovata davanti un inceneritore fermo dal 2015, da quando cioè il 20 gennaio di quell’anno il Consiglio di Stato ne aveva annullato le autorizzazioni con una sentenza choc che ha messo nero su bianco come l’inceneritore fosse la «sorgente emissiva industriale più importante» di idrocarburi, policiclici aromatici e diossine, inquinanti il cui impatto – hanno scritto i giudici – non è stato debitamente preso in considerazione dalla Provincia di Grosseto, all’epoca incaricata di rilasciare le autorizzazioni, alla luce del già alto incremento di alcuni tipi di tumori derivanti da inquinamento ambientale nella zona. Ma già da prima la vicenda dell’inceneritore è stata travagliata. È il 25 gennaio 2008 quando Scarlino Energia chiede alla Provincia l’autorizzazione a realizzare l’inceneritore. La commissione provinciale per studiare gli effetti dell’impianto boccia il progetto ritenendo l’inceneritore incompatibile con l’ambiente. Ma la Provincia lo autorizza lo stesso. Comitati ambientalisti e Comune di Follonica ricorrono al Tar. Che, nel 2011, conferma le loro tesi e annulla il procedimento. Scarlino Energia fa appello al Consiglio di Stato. Che, il 17 ottobre 2012, boccia definitivamente le procedure seguite dalla Provincia per arrivare alla prima autorizzazione. Comitati ambientalisti e Comune di Follonica gridano vittoria. Ma è solo il secondo round. Ventiquattr’ore dopo la Conferenza dei servizi in Provincia dà di nuovo il via libera all’impianto. Nessun errore: la sentenza del 17 ottobre annulla una procedura conclusa nel 2011; l’ok del 18 ottobre è il sigillo a una procedura avviata nel 2012. Per ambientalisti e Comune è tutto da rifare. Ma mentre raccolgono le carte e riportano Scarlino Energia di fronte al Tar, nel frattempo – è il 2013 – Scarlino Energia modifica la propria veste societaria, scindendosi in Scarlino immobiliare e Scarlino Energia. La Provincia voltura l’Autorizzazione integrata ambientale per l’inceneritore e il Tar non può che dichiarare il ricorso improcedibile, perché presentato contro una società con diverso assetto. E qui si arriva alla sentenza del Consiglio di Stato del 2015.Intanto anche il tribunale ordinario mette una pietra tombale sull’impianto, sentenziando, nel 2019, che i forni dell’inceneritore di Scarlino non hanno le dimensioni imposte dalla legge per abbattere le diossine. Scarlino Energia non si dà però ancora per vinta. Alla fine del 2019 chiede alla Regione l’autorizzazione per il “revamping”, l’ammodernamento delle camere di combustione. Ma nel frattempo c’è un importante cambiamento. Scarlino Energia viene acquistata da Iren Ambiente. Che chiede alla Regione del tempo in più (180 giorni) per presentare eventuali integrazioni alla richiesta fatta dalla precedente dirigenza, e intanto accarezza l’idea di rinunciare al progetto di revamping delle vecchie linee di combustione per realizzare un impianto nuovo per trattare i fanghi reflui dei depuratori. In vista di questo nuovo progetto, mai ufficialmente dichiarato ma mai smentito, le integrazioni alla richiesta di autorizzazioni per il revamping non sono mai arrivate a Firenze e la Regione ha dunque archiviato la richiesta. «Finalmente si chiude un capitolo che ha preoccupato fortemente la popolazione di Follonica e Scarlino – dicono i sindaci Andrea Benini e Francesca Travison – Una vicenda lunga e annosa che ha visto le nostre amministrazioni impegnate combattere la ripartenza dell’impianto. La decisione di archiviare la richiesta di Scarlino Energia ci solleva e gratifica i cittadini che hanno lottato al nostro fianco».