Il Tirreno, Cronaca di Grosseto
In una nota da Firenze viene spiegato che manca il “decreto dirigenziale” ufficiale che sancisce la fine della battaglia infinita
Inceneritore, è presto per esultare
La Regione spegne gli entusiasmi
Scarlino. Non è finita. La “questione” inceneritore di rifiuti, a Scarlino, è ancora aperta. Manca l’ultimo passaggio burocratico, non sono attesi colpi di scena, ma la Regione frena gli entusiasmi dei Comuni di Follonica e Scarlino, oltre che dei tantissimi residenti contrari al revamping, ovvero l’ammodernamento dell’impianto fermo dal 2015. Il grido d’esultanza si è alzato nella giornata di mercoledì, quando la notizia dell’ordinaria archiviazione d’ufficio della direzione Ambiente ed energia della Regione è arrivata alla due amministrazioni coinvolte nella vicenda. E nel frattempo – sull’argomento – si scatena il mondo politico.
LA REGIONE
Ieri pomeriggio la Regione ha precisato che: «Riguardo alla notizia dell’archiviazione d’ufficio dell’istanza legata al “Progetto di revamping, ottimizzazione e sviluppo del termovalorizzatore esistente ed impianto di trattamento rifiuti liquidi di Scarlino Energia”, si precisa che la nota inviata al proponente e, per conoscenza, tra gli altri, anche ai Comuni di Scarlino e Follonica, non è un atto di archiviazione dell’istanza di Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale) relativamente al progetto. L’archiviazione – spiega ancora la Regione – infatti viene disposta con decreto dirigenziale mentre la nota a cui ci si riferisce è trasmessa al proponente a carattere informativo in relazione al procedimento in corso». In estrema sintesi: manca il decreto – ovvero il documento ufficiale – che certifica la “fine” dell’impianto di Scarlino, ora di proprietà di Iren Ambiente, che ha acquisito Scarlino Energia, società titolare del sito. Dagli uffici della Regione trapela che si tratta soltanto di tempo. Non ci sarà alcun ripensamento.
FRATELLI D’ITALIA
Molte le reazioni politiche alla notizia del sempre più probabile – e ormai quasi definitivo – “stop” all’inceneritore. A cominciare da quella di Salvatore Aurigemma, responsabile del circolo di Fratelli d’Italia di Scarlino, e Paolo Raspanti, consigliere comunale FdI. «Dopo anni di tira e molla, la commissione Ambiente della Regione ha rispedito al mittente la richiesta di autorizzazione al revamping dell’impianto di incenerimento a Scarlino», dicono Aurigemma e Raspanti. Un progetto – commentano – che non risolve le grandi criticità per un impianto nato vecchio, riutilizzando i vecchi forni per l’arrostimento delle piriti e non adatto allo scopo per il quale era stato successivamente utilizzato. Il progetto di modifica, – vanno avanti gli esponenti di FdI – presentato da Scarlino Energia era solo una foglia di fico che nulla toglieva ai rischi di emissione di sostanze nocive per l’ambiente e le popolazioni». Aurigemma e Raspanti concludono: «Esistono altri e più proficui sistemi per lo smaltimento dei rifiuti. In primis, la raccolta differenziata spinta e la cosiddetta economia circolare. Hanno vinto soprattutto i cittadini, che con un sospiro di sollievo, vedono concludersi positivamente una vicenda che è durata fin troppi anni».
DAL PARLAMENTO
Così Elisabetta Ripani, parlamentare di Coraggio Italia. «L’archiviazione – spiega Ripani – fa calare il sipario su un teatrino politico interpretato da una sinistra ambigua e contrapposta sulle posizioni tra il livello locale e quello regionale. Teatrino che si è trascinato fin dal momento del rilascio delle prime autorizzazioni fino alle clamorose retromarce per convenienza politica. A ciò si è aggiunta l’ostinatezza della Regione nel continuare a far danni anche nel momento in cui la giustizia aveva messo un punto fermo. E come dimenticare la minaccia dei “carri armati su Scarlino”, tuonata dall’attuale governatore della Toscana in campagna elettorale, poi goffamente smentita una volta annusata la mala parata? Ha vinto il territorio».