Greenreport
Per concretizzarsi in favore di uno sviluppo sostenibile servono però riforme importanti
De Girolamo (Cispel): «Una proposta fatta di progetti concreti, in parte cantierabili in tempi rapidissimi, in parte da realizzare nel corso della legislatura, fra il 2020 e il 2025»
Di Luca Aterini
Se le attenzioni del decreto Semplificazioni, approvato ieri “salvo intese” dal Governo nazionale, mettono l’accento sulle grandi opere per la ripresa economica post-Covid, in Toscana è già pronta all’uso una strategia complementare che punta sullo sviluppo sostenibile e in particolare sui servizi pubblici – acqua, rifiuti, energia, trasporti, edilizia pubblica, farmacie, illuminazione, cultura, ristorazione scolastica – che hanno dimostrato pienamente la loro funzione essenziale durante la crisi sanitaria. Una proposta da 10 miliardi di euro da realizzarsi in 5-7 anni, se ce ne sono le condizioni.
Una proposta i cui capisaldi sono stati illustrati oggi da Confservizi Cispel Toscana in una videoconferenza tenutasi stamattina, insieme ad Enrico Giovannini – portavoce ASviS, già ministro presidente Istat e ministro del Lavoro, oggi membro del Comitato di esperti della cabina di regia Benessere Italia – e Alessandro Bratti, direttore generale di Ispra.
«La legislatura regionale che si chiude non ha risolto i principali nodi infrastrutturali e organizzativi di questa Regione – dichiara Alfredo De Girolamo, presidente Cispel Toscana – che è rimasta ferma. La sua stagnazione economica (i dati economici presentati da Irpet e Banca d’Italia con -15% Pil contro la stima nazionale dell’11,2% per il 2020 sono preoccupanti) ha radici profonde, che vanno affrontate e risolte dal prossimo governo regionale. La nostra Associazione avanza alle forze politiche e ai candidati presidenti una proposta concreta, riassunta nel nostro position paper che presenteremo alle forze politiche in vista delle elezioni di settembre, con al centro la sostenibilità ambientale. Una proposta fatta di progetti concreti, in parte cantierabili in tempi rapidissimi, in parte da realizzare nel corso della legislatura, fra il 2020 e il 2025, che potranno aiutare la Toscana a ripartire dopo la terribile crisi Covid-19».
Non si tratta di un libro dei sogni, ma di una proposta che parte dalla concretezza di 85 progetti, realizzati o in corso di realizzazione da parte delle utility toscane, raccolte da Cispel nel primo catalogo Utilities & Sostenibilità. «Progetti che sono a disposizione della Toscana, raccolti nella pubblicazione che presentiamo oggi e che – sottolinea De Girolamo – rappresentano il punto di partenza della proposta che lanciamo su scala regionale per i prossimi anni».
Del resto la sostenibilità è al centro delle politiche europee – Agenda 2030, obiettivi economia circolare, Green new deal e da ultimo il Next Generation Eu che per l’Italia potrebbe rappresentare 172,7 miliardi di euro di fondi per investimenti – e le aziende toscane dei servizi pubblici hanno dimostrato come sia il loro core business. Che già oggi alimenta oltre 150 aziende, 4 miliardi di euro di fatturato, 20.000 addetti, investimenti per 600 milioni l’anno, considerato l’indotto circa il 3% del Pil della Toscana. E che adesso può crescere ancora per sostenere l’intera regione nello sforzo della ripresa dopo la pandemia.
«Le nostre proposte – argomenta De Girolamo – vanno nel senso indicato dal’Europa, dagli investimenti green nei settori della lotta ai cambiamenti climatici all’economia circolare, dalla digitalizzazione al welfare inclusivo. Sono investimenti che perseguono diversi obiettivi: quello ambientale, quello della competitività della crescita economia, quella del benessere e del contrasto alla povertà. Sono legate a riforme importanti: semplificazione delle normative, nuovi strumenti economici e di regolazione dei settori. Vogliamo utilizzare tutti gli strumenti finanziari previsti: i prestiti, i sussidi, le garanzie. In questo modo possiamo aumentare gli investimenti programmati, farli gravare solo parzialmente sulle tariffe, accelerare i programmi di realizzazione».
Una strategia che, se messa in condizione di operare, è pronta a fare da guida a livello nazionale, dove a proposta che Confservizi ha avanzato al premier Conte durante gli Stati generali parla di investimenti pari a 60 miliardi di euro nei servizi pubblici essenziali nell’arco di cinque anni. La Toscana da sola pesa 10 miliardi di euro.
«Il rapporto su utility e sostenibilità descrive un mondo che pochi conoscono. Le imprese sono sulla strada della sostenibilità più di quanto non sembri – conferma Giovannini, cui sono state affidate le conclusioni della giornata – Investire in sostenibilità accelera la fuoriuscita dalla crisi, e sarebbe utile che le grandi imprese e le utilities adottino in forma volontaria gli strumenti di rendicontazione non finanziaria».
In chiusura, la proposta di Giovannini, condivisa anche da De Girolamo, al prossimo presidente della Regione Toscana: «Ogni legge regionale futura dovrà fare i conti con i 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile, attraverso un confronto che dovrà precederne la pubblicazione». La bussola da seguire è quella dell’Agenda Onu al 2030, ormai ci è rimasto poco tempo per segnare i goal della sostenibilità.