Il Tirreno
La segnalazione dei lettori proviene dalla spiaggia di Reale
I brandelli di materiale sintetico potrebbero arrivare da Cerboli
PORTO azzurro
A una prima occhiata sembra posidonia. Ma c’è qualcosa nel colore che non convince. Basta avvicinarsi un
po’ alla battigia per capire che, in realtà, quella zuppa sulla superficie dell’39;acqua è fatta di tantissimi brandelli
e tessere di plastica. Siamo sulla spiaggia di Reale, a Porto Azzurro. Venerdì mattina alcuni bagnanti
prendono il telefono in mano, scattano delle foto e girano un filmato, inviato al Tirreno e ai Messaggeri del
Mare, paladini dell’ambiente e del mare dell’arcipelago. «La microplastica è arrivata fino nelle spiagge
dell’Elba orientale, devono essere i resti di una delle ecoballe che si trovano sul fondale di Cerboli ad essersi
sfaldate». Si tratta solo di un sospetto, ovviamente. Eppure quei frammenti di materiale plastico
assomigliano molto a quelli visti nelle ecoballe riemerse dal fondale e recuperate nei mesi scorsi nelle acque
del canale di Piombino.Del resto Legambiente Arcipelago toscano già da tempo segnala come i resti di
alcune ecoballe affondate al largo di Cerboli siano arrivate anche sulle coste dell’isola. «Il pericolo – aveva
spiegato il Cigno Verde al Tirreno solo poche settimane fa – si è già palesato all’Elba con il vistoso
inquinamento da plastiche in forte aumento sulle spiagge del Comune di Rio tra Bagnaia e Cavo, constatato
nelle estati 2018 e 2019 dai volontari dell’iniziativa Vele Spiegate, e con il ritrovamento di un’ecoballa al largo
delle coste dei Comuni di Capoliveri e Porto Azzurro». Insomma, i ritardi nelle operazioni di ricerca e
recupero delle ecoballe rischiano di assestare un colpo pesante al mare dell’sola, apprezzato in tutto il
mondo per la bellezza e il suo stato di salute. Le ecoballe sono state disperse in mare il 23 luglio 2015 nelle
acque del golfo di Follonica, a due passi dall’isolotto di Cerboli, dal cargo Ivy che perse parte del carico,
peraltro senza denunciarlo alle autorità competenti. Una bomba ecologica fatta da 63mila chilogrammi di
plastica, che da allora non è stata disinnescata. E più il tempo passa e più il nostro mare corre dei pericoli.
Nei giorni scorsi il presidente della Regione Enrico Rossi ha sollecitato un intervento urgente da parte del
governo: «Una soluzione va trovata perché si rischia il disastro ambientale e non possiamo permettercelo»,
ha detto. La palla è nelle mani della Protezione civile che dovrebbe sbloccare l’operazione ambientale,
trovando in fretta una soluzione per quella che è a tutti gli effetti una emergenza nazionale. Nel frattempo
l’incarico affidato in qualità di commissario straordinario ad Aurelio Caligiore (al centro di un procedimento
dell'Autorità garante per la concorrenza e il mercato per potenziale conflitto di interessi) è in scadenza il
prossimo 25 giugno. Storie di ordinaria burocrazia italiana, che tuttavia mal si conciliano con la gestione di
un’emergenza per la quale il tempo è un fattore determinante. Le correnti lavorano senza sosta e le ecoballe
poste a una profondità di circa 50 metri si stanno sfaldando. È probabile che i resti di una delle ecoballe sia
la causa di quel ‘tappeto’ di microplastiche comparse davanti alla spiaggia di Reale.