E in Italia? Per avere una fotografia della situazione, domani si mette in moto “La Compagnia del suolo”, una campagna di sensibilizzazione che traverserà il Paese da nord a sud a partire dal 28 luglio fino alla prima metà di ottobre 2021. L’iniziativa ha il patrocinio di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ed è sostenuta dalle associazioni che hanno promosso il progetto Cambia la Terra: FederBio, Legambiente, Lipu, Wwf, Isde Medici per l’Ambiente e Slow Food.
La carovana si fermerà nei campi biologici e convenzionali di nove regioni, prelevando campioni di suolo che verranno poi esaminati da laboratori specializzati accreditati per verificare la presenza nei terreni di sostanze chimiche derivate dall’uso di insetticidi, diserbanti, fungicidi.
Il terreno infatti resta ricco finché ospita una grande biodiversità: ci sono più organismi in un grammo di suolo sano che persone sulla Terra. Ma quando la vita se ne va del terreno rimane solo la polvere. E basta il vento, o un temporale a portarla via.
Inoltre la gestione convenzionale dell’agricoltura ha fatto sì che terreni coltivati e pascoli abbiano perso tra il 25 e il 75% del carbonio che contenevano. Oggi vengono utilizzati circa 1.000 differenti pesticidi basati su 800 sostanze attive. Come si legge nel recente rapporto Fao Global assessment on soil pollution, “l’uso eccessivo e improprio dei pesticidi causa danni indesiderati a specie non target, mentre la persistenza nell’ambiente e i residui tossici possono impattare su specie utili e organismi non target, come gli umani, e possono contaminare le acque e i suoli a scala globale, incluse aree remote come quelle polari”.
“L’agricoltura ha bisogno di suoli puliti e fertili”, spiega Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio. “È per questo che lanciamo una campagna di monitoraggio della qualità dei suoli che parte dai territori, coinvolge gli agricoltori biologici e convenzionali, verifica le differenze tra le due pratiche agricole. Non vogliamo dare pagelle, ma sottolineare che i primi a fare le spese di una gestione insostenibile sono gli agricoltori e i cittadini e che è fondamentale supportare gli agricoltori nel cambiamento verso pratiche agroecologiche: anche questa è transizione ecologica. A parlare saranno le analisi dei suoli biologici e convenzionali, in un’azione dimostrativa che vuole mettere in evidenza la presenza di inquinanti che minacciano la salute dell’ambiente e dei cittadini”.
Il suolo sano inoltre assorbe grandi quantità di carbonio, cioè frena la crisi climatica. “Oggi, invece, il contributo all’effetto serra delle pratiche agricole e di gestione del suolo a livello mondiale è tra il 10 e il 12% delle emissioni globali di gas serra”, ricorda Lorenzo Ciccarese, ricercatore Ispra. “Minimizzare queste emissioni e anzi rafforzare il potenziale di stoccaggio del carbonio da parte dei microrganismi presenti nel suolo fertile è un obiettivo centrale della lotta ai cambiamenti climatici. Nel suolo c’è una concentrazione di carbonio maggiore di quella che è stoccata nell’atmosfera e nelle foreste”.
In linea con l’approvazione dell’aprile scorso da parte del Parlamento europeo della Risoluzione per la tutela del suolo, il progetto Cambia la Terra ha dunque deciso di lanciare una campagna di monitoraggio: partirà domani da Ravenna per poi approdare nei prossimi giorni a Verona e a Brescia, percorrerà più di 4.000 chilometri e raccoglierà 18 campioni di terreno da analizzare. Sarà un giro d’Italia in nove tappe (tre al Nord, tre al Centro e tre al Sud), con dieci eventi per aumentare l’attenzione sui temi della salute e della salvaguardia del suolo.