Il primo passo del nuovo Piano rifiuti Dai privati 39 progetti per gli impianti

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Il primo passo del nuovo Piano rifiuti Dai privati 39 progetti per gli impianti

Corriere Fiorentino

Il primo passo del nuovo Piano rifiuti Dai privati 39 progetti per gli impianti

Oggi la relazione di Monni in Consiglio regionale. Tra le 7 proposte bocciate c’è quella di Kme

Mauro Bonciani

Una pioggia di domande da parte dei privati per realizzare impianti di riciclo e recupero dei rifiuti. Oggi in Consiglio regionale l’assessora all’Ambiente, Monia Monni, terrà una comunicazione sulle manifestazioni di interesse presentate per il bando scaduto il 31 marzo e legato alla riscrittura del Piano regionale dei rifiuti, ribattezzato Piano regionale per l’economia circolare. Alla richiesta di impianti e della loro localizzazione, sono arrivare 39 proposte di cui 32 con i requisiti richiesti. Tra le proposte già bocciate, quella di Kme per il pirogassificatore a Gallicano, ritenuto «non coerente» con i progetti della Regione. Il Piano rifiuti ha l’ambizioso obiettivo di arrivare nel 2035 al 80-85% di raccolta differenziata — oggi è il 65% — con il 65% di materiale recuperato e solo un 10% in discarica contro l’attuale 34%, rendendo la Toscana autosufficiente per lo smaltimento ed il trattamento dei rifiuti e ricavando da questi dei prodotti che abbiano mercato.

Il bando rivolto ai privati chiedeva di indicare l’interesse a realizzare impianti per un totale di 3 milioni di tonnellate l’anno di riciclo e recupero. Il risultato sono 39 proposte che riguardano tutti gli ambiti, dai cartoni, alla digestione anaerobia, dal tessile alla produzione di prodotti chimici, dal compostaggio ai gassificatori, in tutta la Toscana. Con alcune zone con più concentrazioni di proposte di altre, come sottolinea Monni nella relazione che sarà letta in aula, fatto che richiederà «la concertazione e il confronto politico e programmatico per la necessaria sintesi».

I progetti sono arrivati da Eni, Aisa, Revet, Aer, Alia, Siena Ambiente, Retiambiente ed altri, tutti soggetti già attivi sul territorio, e nel mosaico dei territori spicca il fatto che per la Città metropolitana di Firenze dopo la cancellazione del termovalorizzatore di Case Passerini, siano arrivati solo progetti per Rufina (digestione anaerobica), per l’Empolese, e per il capoluogo Alia ha chiesto di realizzare un impianto per la selezione dei Raee, cioè rifiuti elettronici come televisori, cellulari, elettrodomestici, computer, monitor e stampanti. Ad Empoli Alia punta alla «produzione di prodotti chimici di base a partire da combustibile solido secondario prodotto da rifiuti urbani» per 192 mila tonnellate/anno. Alia, insieme a NextChem e Suez, in totale ha presentato investimenti per 400 milioni, con circa 600 addetti impegnati in fase di costruzione e circa 200 occupati, tra diretti e indiretti, negli impianti, ed i progetti riguardano anche i gassificatori di Pontedera e Rosignano, la carta a Pistoia, il tessile a Prato. Eni vuole produrre prodotti chimici a Livorno e Retiambiente ha presentato in tutto 13 progetti, tra questi quelli per Massa (selezione carta e impianto di digestione anaerobia) Massarosa (digestione anaerobia, carta e cartone, selezione multimateriale) e Pontedera dove si intende purificare il biogas prodotto dal digestore anaerobico, ma anche per Peccioli o Capannori. Ed ancora Siena Ambiente punta al potenziamento dell’impianto di Asciano, Revet al trattamento del vetro ad Empoli e della plastica a Pontedera. Il gassificatore e la pirolisi per scorie vetrificale presso l’inceneritore di Montale è stato escluso perché non coerente con i requisiti tecnici richiesti dal bando e la proposta di Kme Italy per «gassificazione rifiuti di cartiere e combustibile solido secondario da rifiuti urbani per la produzione di energia elettrica per autoconsumo a Gallicano» esclusa per «tecnologia di termovalorizzazione e non coerente col bando».

La valutazione, spiegherà Monni, è stata sulla rispondenza ai requisiti del bando, non sulle tecnologie proposte e adesso seguirà l’istruttoria sui progetti e quelli «validati» andranno nella Vas sul piano generale dei rifiuti, Vas che valuterà anche come centrare gli obiettivi del piano con il minor impatto sui territori. La prima stesura del piano dovrebbe arrivare in Consiglio regionale in estate.

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