Il Tirreno
«Nessuna responsabilità mia o della giunta, anzi. C’è stata troppa incertezza»
Rossi passa al contrattacco «Lo Stato dia a me i poteri»
Piombino. Nessuna titolarità del presidente Enrico Rossi o della giunta regionale in relazione all’atto contestato da Greenpeace. È quanto sostengono gli uffici regionali in relazione alla notizia dell’esposto per danno erariale presentato da Greenpeace alla Corte dei conti sulla questione delle ecoballe disperse nelle acque del golfo di Follonica, e in particolare sullo svincolo di una fidejussione. Rossi che poi passa al contrattacco chiedendo ancora una volta allo Stato di conferirgli i poteri commissariali.Sulla vicenda dell’esposto di Greenpeace alla Corte dei conti in mattinata era già intervenuto anche Giacomo Giannarelli, presidente del gruppo regionale del Movimento 5 Stelle. «Ho subito presentato un’interrogazione – aveva detto Giannarelli – voglio che Rossi venga a riferire in aula sul perché non siano stati utilizzati i tre milioni di euro per recuperare le ecoballe disperse al largo di Piombino. La vicenda ormai è nota e si trascina da anni: cinque anni fa la motonave Ivy al largo di Piombino, nei pressi dell’isolotto di Cerboli, in pieno Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, disperse 56 ecoballe, che ad oggi non sono state ancora rimosse. 63mila kg di plastiche eterogenee si stanno sfaldando, minacciando d’inquinare in modo irreversibile sia i fondali bassi del canale sia tratti molto estesi di costa. Si tratta di un potenziale disastro ambientale. Come riferisce Greenpeace, la Regione all’epoca dei fatti aveva in mano una fidejussione di quasi tre milioni di euro, poi restituiti, a garanzia dei possibili danni ambientali intercorsi durante le operazioni di trasporto e che potevano essere utilizzati per recuperare il carico disperso. Tali soldi non sono mai stati utilizzati per recuperare la plastica dispersa e che ancora vaga in mare. Vogliamo sapere perché» .Nel tardo pomeriggio è arrivata poi la nota della Regione: «L’atto, che risale al novembre 2016 – si legge nella nota – è stato firmato in piena autonomia dall’allora dirigente competente per legge ingegnere Andrea Rafanelli (Settore Autorizzazioni rifiuti e bonifiche), attualmente non più dipendente della Regione Toscana. In questi casi di trasporti transfrontalieri, la fidejussione è prestata a favore del ministero dell’Ambiente a cui la suddetta nota di svincolo fu trasmessa per conoscenza. Nessuna informazione fu data invece al direttore competente, né all’assessore né tanto meno al presidente. Al Ministro Sergio Costa, che nell’agosto 2018 domandò chiarimenti in merito all’atto di svincolo, la Regione ha risposto inoltrando l’istruttoria svolta dalla struttura dell’allora dirigente». Quanto alla questione complessiva del recupero delle ecoballe, gli uffici della Regione fanno sapere che, «pur non avendo nessuna competenza diretta, la Regione Toscana e Arpat si sono messe a disposizione del Commissario straordinario governativo che ha provveduto a individuare la localizzazione delle ecoballe in mare. Lo scorso marzo, sentita la Protezione civile, questa Regione ha chiesto che fosse dichiarato lo stato d’emergenza nazionale per dare al commissario Aurelio Caligiore le deroghe per velocizzare i lavori di rimozione. In aprile la Protezione civile ha risposto dicendo che non era possibile riconoscere lo stato d’emergenza nazionale perché l’origine della criticità non è un fenomeno naturale ma antropico. A maggio, in accordo col ministero dell’Ambiente, la Regione ha convocato un incontro da cui è scaturita la richiesta di rivalutare la concessione dello stato d’emergenza nazionale. In seguito a questo incontro è partita una lettera del presidente con una nuova richiesta formale della dichiarazione di stato d’emergenza nazionale». «Poiché dopo cinque anni oltre 60 tonnellate di rifiuti giacciono ancora nel fondo del mare e lo Stato italiano non è stato in grado di rimuoverle – commenta a questo proposito il presidente Enrico Rossi – benché la Regione Toscana non abbia competenze specifiche chiedo ancora una volta che il governo faccia un decreto nel più breve tempo possibile conferendo a me i poteri commissariali e adeguati strumenti per intervenire. È una vergogna che attorno a questa vicenda si perpetui troppa incertezza dei poteri».