Corriere Fiorentino
Il piano rifiuti arriva in Consiglio La Regione si affida ai privati
L’assessore Monni: creiamo un’industria. Ma FdI attacca: né numeri né progetti
Antonio Passanese
«Aziende fatevi avanti». È questo l’appello che l’assessore Monia Monni, ieri, ha lanciato dall’aula del Consiglio regionale della Toscana durante la sua comunicazione sul nuovo piano rifiuti. Le sollecitazioni però non sono rivolte solo ai privati ma anche a tutti quei soggetti pubblici che gestiscono il servizio integrato della spazzatura urbana. Monni ha parlato di «rivoluzione verde» basata sulla costruzione di una vera e propria «industria dei rifiuti» che stia sul mercato. Senza nuove discariche e termovalorizzatori, ma con l’obiettivo da centrare entro il 2035 del 65 per cento di riciclo di materia (altrimenti potrebbe scattare una procedura di infrazione europea, che poi si tradurrebbe in sanzioni che finirebbero in bolletta). Il principio politico è chiaro, la volontà di trasformare i rifiuti in risorsa in un’ottica di economia circolare, come la Regione intenda perseguirlo un po’ meno. La Giunta regionale sta lavorando per definire il piano di sviluppo, con davanti due traguardi da raggiungere entrambi nel 2035: il primo è quello dell’85 per cento di raccolta differenziata, il secondo è quello come detto del 65 per cento di riciclo. Come già annunciato, invece di pianificare direttamente gli impianti, la Regione intende chiedere ai privati la disponibilità a realizzare sistemi di recupero e trattamento dei rifiuti urbani e anche di quelli speciali, attraverso un avviso pubblico. Un’impostazione che non ha mancato di creare diverse perplessità.
«Quello che la giunta propone al Consiglio — ha spiegato l’assessore all’Ambiente Monni nella sua comunicazione in aula — è un approccio certamente inedito che ha l’ambizione di voler misurare l’ampiezza e la profondità che l’economia circolare può dispiegare in Toscana, attraverso il pieno coinvolgimento delle Ato e dei Comuni». Il nuovo Piano regionale dell’economia circolare e delle bonifiche sarebbe quindi «orientato alla prevenzione della produzione di immondizia e alla sua gestione finalizzata all’allungamento della vita della materia attraverso il riuso, il riciclo e il reimpiego nei processi produttivi, e nel quadro di un minor ricorso alle discariche». Al termine dell’intervento dell’assessore, l’aula del Palazzo del Pegaso ha approvato a maggioranza una proposta di risoluzione presentata dal Partito democratico e collegata alla comunicazione, respingendo così gli atti presentati dalle opposizioni. A detta del capogruppo dei Democratici Vincenzo Ceccarelli, che ha presentato l’atto, la novità dell’avviso pubblico «non è una delega totale al mercato perché la regia del procedimento rimarrà pubblica». E se per Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia) «l’esecutivo Giani sta cercando una scappatoia. Nella comunicazione non ci sono numeri, né il quadro della produzione attuale e futura dei rifiuti, né le caratteristiche degli impianti», dal Movimento 5 Stelle, invece, arriva un inaspettato appoggio al governo regionale: «Sintonia coni principi del piano — spiega nel suo intervento della consigliera Silvia Noferi — ma l’affermazione che non saranno autorizzate nuove discariche deve trovare un’attuazione immediata».