Corriere Fiorentino
«In 8 anni autosufficienza sui rifiuti»Il piano di Alia per i nuovi impianti I rifiuti trasformati in metanolo In discarica soltanto il 10% Prima l’umido, poi il secco
Biodigestori a Montespertoli e Peccioli, tecnologie avanzate nell’Empolese, rinnovato Case Passerini
Mauro Bonciani
Un piano ambizioso, da 1,1 miliardi di investimenti, per arrivare nel giro di 8 anni alla completa autosufficienza nello smaltimento e trattamento dei rifiuti, portando la raccolta differenziata dall’attuale dal 67,4% al 74,5% del 2031, grazie anche a 16 nuovi centri di raccolta, e in discarica solo il 10% dei rifiuti prodotti. Alia, che serve le province di Firenze, Prato e Pistoia, per un milione e mezzo di abitanti, ha presentato il nuovo piano industriale decennale che punta a fare del rifiuto una risorsa, producendo materiale da vendere sul mercato.
Il piano per l’autosufficienza (che significherebbe anche minor costi) si basa su più impianti e punta a trattare il 100% dei rifiuti indifferenziati non riciclabili entro il 2028 ed il 100% della frazione organica da raccolta differenziata entro il 2024, obiettivo questo che potrebbe essere centrato grazie ai due nuovi impianti di biodigestione anaerobica in costruzione a Montespertoli e Peccioli che produrranno biometano e fertilizzanti. Per trattare i rifiuti indifferenziati invece è prevista la modernizzazione degli impianti di Case Passerini (Sesto Fiorentino) e Paronese (Prato), un impianto di recupero della carta, uno di recupero degli scarti tessili, due per il recupero dei rifiuti elettronici e delle schede dei computer, e di un impianto «Waste to chemicals» nell’Empolese in cui i rifiuti vengono trasformati con utilizzo di energia in elementi per la sintesi di combustibili a base di carbonio come il metanolo, oltre al potenziamento degli impianti di riciclo di Revet. Tutto da realizzare, autorizzazioni comprese, entro il 2031, con il massimo sforzo nei primi anni del piano, mentre l’investimento maggiore è dato dai 327 milioni per l’impianto nell’Empolese.
«Il nostro piano industriale parte dal mandato ricevuto dai soci, con l’obiettivo di raggiungere l’autosufficienza impiantistica entro i prossimi 8 anni — spiega il presidente di Alia, Nicola Ciolini — potenziando le filiere di recupero, dai rifiuti elettronici al tessile, e realizzando impianti di riciclo chimico, in linea con l’indirizzo regionale, che non prevede la termovalorizzazione. Aumenteremo la raccolta differenziata, sappiamo che crea qualche problema a Firenze ma è ormai consolidata e ben accolta, ed il nostro piano è credibile ed interamente finanziato, a prescindere dai finanziamenti che potranno arrivare per alcuni impianti grazie al Pnrr. Fondamentale è l’impegno dei cittadini e per questo lavoriamo allo sviluppo delle infrastrutture digitali per assicurare un rapporto costante con gli utenti».
L’amministratore delegato Alberto Irace ha aggiunto: «Alia si candida a diventare la principale infrastruttura della sostenibilità toscana. Puntiamo a focalizzare le nostre attività al recupero di materia, investendo nella catena del valore dei rifiuti. Un sistema interconnesso di raccolta, trattamento e smaltimento che solo integrato può raggiungere il massimo recupero di materia possibile. Tante risorse finanziarie ed umane per fare della Toscana la regione più sostenibile d’Europa».
Oggi Alia ha 2.670 dipendenti, di cui duecento stabilizzati recentemente, e 1.500 addetti esterni di cooperative e l’azienda prevede di assumerne 800 in 5 anni: «Ma nessuno rimarrà per strada — aggiunge Irace — Ci sarà sempre necessità di una parte flessibile nella raccolta, ad esempio per i servizi a domanda che intendiamo potenziare. L’efficienza non si fa con il dumping salariale, ma con la qualità ed il controllo e per questo vogliamo affidarci meno a terzisti». Un piano autosufficiente anche verso la multiutility che dovrà nascere? «Il piano è realizzabile da Alia in quanto tale, sta in piedi con l’azienda da sola, ma la multiutility può migliorare il quadro, ad esempio con finanziamento attraverso la Borsa e non con il sistema bancario», ha risposto Ciolini. «La multiutility può fare la differenza rispetto ad oggi anche nel trovare il personale», sottolinea Irace.