Il packaging biodegradabile per i prodotti di bellezza biologici

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Il packaging biodegradabile per i prodotti di bellezza biologici

Greenreport

Sviluppati nuovi imballaggi biodegradabili per aiutare le aziende cosmetiche a realizzare imballaggi ecologici
I tossicologi dell’università Heriot-Watt di Edimburgo hanno lavorato con partner di tutta Europa al progetto BioBeauty per sviluppare un biopackaging, che offre le stesse credenziali ambientali dei prodotti che contiene e ora dicono che «Il nuovo packaging risolve un enigma per le aziende cosmetiche che attualmente vendono prodotti biologici “puliti” in contenitori di plastica realizzati con prodotti a base di combustibili fossili che non possono degradarsi e rimarranno per sempre in discarica».
Il consorzio BioBeauty, che è stato finanziato in parte dal Settimo programma quadro dell’Unione europea per la ricerca, comprende 8 partner – ITENE, Heriot-Watt University, Miniland, Alissi Brontë, Alan Coar, Vitiva, Martin Snijder Holding BV ed ETS Bugnon – provenienti da Spagna, Scozia, Slovenia, Paesi Bassi e Francia.
La tossicologa Helinor Johnston dell’Heriot-Watt University, ricorda che «Il mercato della bellezza biologica è enorme. Nel Regno Unito, nel 2018 è stato valutato 85,8 milioni di sterline e si prevede che entro i prossimi 10 anni avrà un valore globale di 54,5 miliardi di dollari. Il nuovo packaging è composto da acido polilattico (PLA), che può essere ottenuto da risorse rinnovabili come l’amido di mais o la canna da zucchero, ed è compostabile e biodegradabile. L’acido polilattico (PLA) è stato selezionato come bio-plastica per il nuovo packaging, ma per migliorare le prestazioni di questa bio-plastica e aumentare la durata di conservazione del prodotto cosmetico, abbiamo dovuto incorporare due materiali diversi. Abbiamo aggiunto nano-argille che migliorano le proprietà barriera del prodotto e un estratto di rosmarino che funge da antiossidante per proteggere il prodotto cosmetico dalla degradazione. Come tossicologi, sappiamo che, nella giusta dose, anche gli ingredienti naturali come il rosmarino possono essere tossici. All’Heriot-Watt abbiamo testato la tossicità degli estratti di rosmarino e di diversi tipi di nano-argille per selezionare i candidati meno tossici per il prodotto finale, per garantire che sia sicuro per i consumatori. Ci siamo concentrati sulla valutazione di potenziali impatti dannosi sulla pelle, ma abbiamo anche esaminato la risposta di siti target come il fegato e il sistema immunitario. Abbiamo dovuto stabilire il profilo tossicologico dei singoli componenti, nonché il rischio potenziale per il consumatore per una qualsiasi migrazione dei componenti dell’imballaggio del prodotto finale. Stiamo creando modi migliori per testare eticamente i prodotti. Nell’ambito di questo progetto, abbiamo utilizzato la pelle artificiale per fornire una valutazione più completa di come l’imballaggio potrebbe reagire con la pelle».
Secondo il team di BioBeauty il nuovo biopackaging avrebbe un potenziale enorme nel mercato dei cosmetici e la Johnston conclude: «I brand che sviluppano prodotti naturali e biologici necessitano di imballaggi in linea con la loro filosofia e la domanda dei consumatori per imballaggi più ecologici che riducano gli sprechi. Questa per il settore rappresenta un’enorme opportunità per ottenere un vantaggio competitivo: un recente sondaggio ha dimostrato che oltre il 70% dei consumatori europei sarebbe disposto a pagare di più per imballaggi più ecologici».

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