Il Manifesto di Assisi – Gli scopi dell’iniziativa

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Il Manifesto di Assisi – Gli scopi dell’iniziativa

Il Sole 24 Ore

 Lo sviluppo sostenibile può essere un volano soprattuttoper il sistema industriale: governi, manager e finanza chiamati a un cambio di marcia

Un’occasione per tornare a una crescita lunga e sana

«Io ho fatto la mia parte». Con le parole di San Francesco prende avvio l’incontro sul Manifesto di Assisi. Ora tocca a noi. Mentre a Davos i potenti dell’economia mondiale, con grave ritardo, sono costretti a fare i conti con la crisi climatica, settecento chilometri a sud il Sacro Convento tiene a battesimo una nuova inedita alleanza tra imprese, società, culture, valori: il Manifesto per “un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica”.

Nonostante gli effetti dei cambiamenti climatici siano da tempo davanti ai nostri occhi, dagli incendi in Australia ai fenomeni meteorologici estremi, all’impoverimento di tante aree del mondo, solo oggi la finanza sembra essersi persuasa che la crisi climatica può essere fonte di pericoli e di instabilità finanziaria. Come dimostra il recente solenne impegno di BlackRock, il più grande fondo di investimento mondiale, contro i manager delle grandi aziende che non operano in questa direzione. Ci auguriamo che questo impegno sia sincero, ma certamente non basta. E non colma il divario che c’è tra le carezze ricevute dalla “generazione Greta” e le risposte della politica.

Diverso è l’approccio del Manifesto cui abbiamo dato vita nella convinzione che “affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro”.

Già oggi nell’economia è in corso un cambiamento. Nonostante un’ideologica campagna di Trump in favore dell’uso del carbone, negli Usa ne è diminuito il consumo, hanno chiuso circa cinquanta centrali e nell’ottobre scorso tutti i nuovi impianti di generazione elettrica erano alimentati da fonti rinnovabili. Ma non basta, è necessario accelerare. La politica deve fare la sua parte perché, come è detto in quel formidabile documento, visionario e concreto, che è l’Enciclica Laudato Sì di Papa Francesco, limitarsi ad accettare la piena libertà del mercato “disonora la politica”.

Il Manifesto di Assisi chiama a raccolta quanti, in tutti i settori dell’economia, della società, della cultura, delle Istituzioni sono già in marcia e sono pronti con responsabilità a lavorare insieme. Senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno.

Quando la Fondazione Symbola e il Sacro Convento di Assisi, insieme ai leader di Confindustria, Coldiretti, Enel, Novamont e a tanti altri, hanno dato vita al Manifesto di Assisi siamo partiti dalla convinzione che, in presenza di politiche serie e lungimiranti, sia possibile azzerare il contributo netto di emissioni di gas serra entro il 2050. E che questa sfida di enorme portata richieda il contributo di tutte le forze vitali dell’Italia e soprattutto la partecipazione dei cittadini. Siamo rimasti poi sorpresi della straordinaria risposta che l’ iniziativa ha riscosso.

Questa nuova e straordinaria avventura è anche l’occasione per affrontare i nostri mali antichi: non solo il debito pubblico, ma la disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza, la difficoltà nel creare nuovo lavoro, l’illegalità e l’economia in nero, una burocrazia spesso soffocante, aree del Sud che restano indietro. Il nostro Paese ha tanto da mettere in campo in questa sfida. Perché l’Italia quando fa l’Italia è un Paese di cui essere fieri, una risorsa per l’Europa e per il mondo. Quando incrocia innovazione e tradizioni antiche, empatia e tecnologia, tiene insieme ambiente e coesione sociale, bellezza, legami con i territori e le comunità. Fa della green economy e dell’economia circolare un fattore competitivo.

Possiamo insomma dare un contributo importante ad un impegno fondamentale anche per l’Europa. Come non si stanca di ricordare la Presidente Ursula von der Leyen e ci fa piacere che il Commissario all’economia Paolo Gentiloni abbia sottoscritto il nostro Manifesto. L’Europa ha bisogno di questa nuova missione per rinnovarsi e dare il meglio di sé. E il successo non dipende solo dalle risorse economiche impegnate.

Potremmo affrontare insieme questa straordinaria sfida solo se chiameremo a raccolta i nostri valori migliori. Per questo è così importante il richiamo nel Manifesto alla Laudato Sì. Per questo è così importante il Sacro Convento di Assisi. Per questo è importante lavorare insieme. Siamo pronti ad assumere le nostre responsabilità. Insieme. Insieme è la sintesi del cammino francescano.

Padre Enzo Fortunato e Ermete Realacci

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