La Repubblica – Firenze
I primi 100 giorni
Giani “Potrei tenere la delega alla sanità per tutta l’emergenza”
Il governatore si insedia a metà di questa settimana E spiega quali saranno i provvedimenti su cui si concentrerà da ora all’inizio del 2021 ” Destinerò 150 milioni per il microcredito alle imprese turistiche in crisi e per la tutela dell’occupazione” E la nuova giunta? ” La comunico il 16, ma non avrò assessori- vetrina”
di Ernesto Ferrara e Fabio Galati
Conferma che sta pensando di tenersi la delega della sanità ad interim. Annuncia che se al suo insediamento non ci avrà già pensato il governo sarà lui a firmare un’ordinanza per le mascherine obbligatorie all’aperto. Ha messo in agenda un tavolo con sindacati e imprese per decidere le prime mosse su economia e lavoro. Ha programmato pure un viaggio a Bruxelles per fare il punto sulle risorse del Recovery Fund e accarezza l’idea di una legge-lampo contro il digital divide, «per portare internet e banda larga a tutti i pezzi di Toscana sconnessi». Solo mercoledì o giovedì prossimi comincerà la sua era da governatore ma Eugenio Giani intanto ha iniziato a correre.
Continua ad accompagnare il figlio alle partite di calcio e a riempire l’agendina personale di appuntamenti: solo ieri in programma aveva Arezzo, Pistoia, Pescia, Castelfalfi. «Lo sapete, per me le giornate durano 24 ore. E di girare non intendo smettere nemmeno dopo». Ma adesso in cima ai pensieri di Giani ci sono i primi 100 giorni al governo della Toscana.
La sanità è va verso un periodo complicato con la nuova ondata Coronavirus. La pressione sul sistema sanitario torna a salire e nelle scuole c’è una situazione caotica tra circolari e contagi. A chi darà l’assessorato?
«Sono molto rispettoso delle istituzioni. Il percorso prevede che io sia in carica da metà settimana. Con la proclamazione sarò responsabile di tutte le attività amministrative della Regione. Da allora decorreranno 10 giorni per riunire il primo Consiglio. Vediamo se sarà possibile il 16 o il 19 la prima seduta.
In quella sede formalizzerò la giunta, come dice la legge. E non voglio anticipare nessuna decisione».
Ma chi governa tra il suo insediamento e la nomina degli assessori? La sanità ha bisogno di una guida politica solida, non trova?
«Ci penso io in questo lasso. Intanto, se la decisione non sarà stata presa prima dal governo, sarò io a firmare un’ordinanza per la mascherina obbligatoria all’aperto: la politica della prevenzione è essenziale. E tra le prime ordinanze che farò ce ne sarà una per le scuole, a cui dobbiamo dare direttive precise su sintomi, certificati, rientri. Dalle mail che mi arrivano vedo che c’è forte sensibilità dei cittadini sul tema».
Terrà lei l’interim della sanità?
«È un dato di fatto che alcuni governatori, come De Luca, nel periodo di emergenza sanitaria, che durerà fino al 15 gennaio, si sono tenuti la sanità. Non ho ancora deciso ma è una prassi che alcuni stanno adottando. Sappiamo del resto che nell’emergenza sta ai governatori il potere di emettere le ordinanze».
È preoccupato dalla curva dei contagi?
«Come tutte le persone di buon senso. Una delle prime cose che farò sarà andare a Siena, dove la Regione grazie alla fondazione Scienza e Vita di Landi e Rappuoli sta lavorando sulla ricerca degli anticorpi e di un farmaco che possa intervenire in maniera decisiva contro il Covid.
Anche il ministro Speranza ci è andato. Dobbiamo guardare con ottimismo alla scoperta di un vaccino e di una terapia ma ora dobbiamo gestire l’emergenza. E per questo posso dire che il dipartimento alla salute sarà rafforzato con nuovo personale».
Cambierà i vertici delle Asl o è meglio avere continuità in questa fase? Il capo di gabinetto di Rossi, Ledo Gori, resterà al suo fianco?
«Saranno tre mesi di dialogo e confronto con gli operatori sulla riforma sanitaria. Veri e propri Stati generali, novanta giorni di ascolto. Mi riservo di dire poi se e come cambierà la legge e la struttura delle Asl. Io ritengo sempre che occorra il giusto mix tra continuità e innovazione. Ci devono essere dei punti di continuità altrimenti si rischia una frattura e in questo ragionamento rientra Ledo Gori. Sto però facendo una fotografia approfondita della macchina dirigenziale regionale perché funzioni al meglio. Oggi abbiamo15 direttori e 128 dirigenti. Il 10% possono essere sostituiti e presi da altre amministrazioni, un altro 10% dall’esterno. Sto ancora studiando».
E cosa farà per l’economia in ginocchio?
«Per prima cosa voglio aggiornare il piano per l’occupazione e lo sviluppo con imprese e sindacati. Farò un aggiornamento per poterlo dotare di nuove risorse. Dei 274 milioni stanziati fin qui per l’emergenza economica, 115 sono già impegnati su un bando per contributi a fondo perduto per le aziende danneggiate dal Covid che facciano investimenti, sono fondi che vanno dai 20 ai 200 mila euro. Vigilerò sul bando perché quei soldi diano davvero ossigeno al nostro sistema. Ma è anche sugli altri 150 milioni da destinare che voglio concentrarmi: vorrei impegnare una parte di quelle risorse sul microcredito per le aziende turistiche in crisi e dedicarne altre alla tutela dell’occupazione».
E il Recovery fund come lo spenderete?
«Al settore delle attività produttive darò l’input di preparare un bando per selezionare 50 giovani toscani da formare nell’Euro-progettazione. In prospettiva voglio avere 50 giovani “cacciatori” di risorse europee. Per il Recovery invece occorrerà far prima. Appena sarò proclamato presidente intendo fissare una trasferta a Bruxelles per un confronto sul tema con il commissario Gentiloni, il presidente del Parlamento Sassoli, che è anche un fiorentino, e il vicepresidente Timmermans. Sarà anche l’occasione per visitare l’ufficio europeo della Regione Toscana che va rilanciato. Per il Recovery creerò una task force per i rapporti coi Comuni, che sono pieni di progetti già in corso. Potenzialmente la Toscana può attingere fino a 15 miliardi in 5 anni. Direi che le linee d’azione saranno 3: opere per la difesa del suolo contro l’erosione e i cambiamenti climatici; interventi sulla mobilità sostenibile e cura del ferro; investimenti in edilizia scolastica e sociale».
Avete già i progetti?
«Sulle opere contro il dissesto idrogeologico ho stimolato i Consorzi di bonifica a presentare progetti.
Sulla mobilità: va completato il sistema delle tramvie fiorentine, intendo fare il metro-treno tra Peretola e il museo Pecci e a Pisa ho già avuto modo di parlare col sindaco Conti della tramvia tra la stazione e l’ospedale di Cisanello. Le tramvie hanno un grande impatto su viabilità e ambiente. Ma non bastano. La ferrovia fino a Viareggio va potenziata e bisogna migliorare e rivedere il collegamento su ferro tra Siena e Grosseto. Occorre poi capire se nel Recovery può rientrare la Darsena Europa a Livorno. E se ci sarà bisogno di attingervi per la Tirrenica, di cui parlerò con la ministra De Micheli».
Userete quei soldi anche per i nidi gratis e per il sociale?
«No, per l’operazione nidi conto di usare il bilancio ordinario. Mentre il Recovery può aiutarci in maniera cruciale per l’adeguamento sismico delle scuole e le infrastrutture a servizio del sociale: nuovi asili, consultori, centri sociali. La nostra è una regione che ha un calo di natalità sempre più forte e per invertire la tendenza serve una scossa. Come del resto per gli anziani. Non ci sono solo le Rsa, c’è l’housing sociale: punteremo su mini appartamenti a medio-bassa assistenza ad uso degli anziani sul modello scandinavo, con una compartecipazione del privato.
Sulle case popolari vere e proprie invece il tema è il recupero degli alloggi vuoti. Solo a Firenze ce ne sono 2 mila. Potremmo pensare a un modello in cui i gestori diano in concessione per un tot di anni gli appartamenti sfitti agli assegnatari che si impegnino a fare i lavori di ristrutturazione».
Perché Italia Viva non vuole entrare in giunta?
«Per me con Renzi non si è rotto nulla e anzi lo ringrazio. Il mio auspicio è che Italia Viva entri in giunta. È stata una componente importantissima nella campagna elettorale, da loro ho avuto lealtà e sostegno attivo. Anche dal punto di vista umano. Ci vedremo presto con una loro delegazione».
Sarebbe favorevole a dargli la presidenza del Consiglio regionale?
«Lì si esce dalle mie competenze: è un ruolo che assegna il Consiglio».
E Orgoglio Toscana? Anche loro vogliono un assessore…
«Come la Sinistra civica anche Orgoglio ha avuto un ruolo importante. Io ritengo che questa esperienza possa essere valorizzata in una logica di governo allargato, con una rappresentanza negli enti».
Chi saranno i suoi 6 consiglieri speciali?
«Ne posso anticipare uno: Bernard Dika. Sarà consigliere speciale su politiche giovanili e innovazione».
E Iacopo Melio?
«Da consigliere regionale gli assegnerò una delega speciale sul fronte dei diritti».
La sua giunta non sta prendendo una rotta troppo a sinistra?
«Garantisco io l’anima moderata».
Con le correnti del Pd ha chiarito?
«Con Simona Bonafè ci sentiamo spesso, non c’è nessun problema col Pd. Questa è la settimana in cui il lavoro politico entra nel vivo e spero di ricondurre tutto all’armonia. In questi anni si è molto esaltata la politica fondata sui leader ma io credo ancora che la vera nobilità della politica sia la mediazione. E su questo fronte ho esperienza».
Le servirà per la nuova pista dell’aeroporto di Peretola, a cui la Sinistra è contraria…
«Se ci vorrà del tempo per trovare un punto di equilibrio, allora lo impiegheremo. L’aeroporto non è solo la pista ma le opere di mitigazione, quelle complementari, che io voglio fare davvero, come il parco nella Piana di Sesto. Come prima cosa incontrerò tutti i sindaci per puntualizzare le loro posizioni.
Come la penso io lo sanno tutti: sono per la pista parallela all’autostrada.
Ma voglio arrivare a far capire che la mia è una scelta ecologica. Non di cementificazione ma di compatibilità ambientale. Aeroporto significa anche parco nella Piana e metro treno Peretola-Pecci, che toglierà traffico a Prato».
Farete il gassificatore Eni nell’area di Stagno a Livorno?
«I protagonisti di quel progetto dovranno essere il sindaco Salvetti con il collega di Collesalvetti. Se a loro va bene si farà, non sarò io a promuoverlo».
Conferma il no a nuovi inceneritori?
«Noi abbiamo 3 Ato rifiuti. In quello sud abbiamo un equilibrio coi due termovalorizzatori di Poggibonsi e Arezzo che funzionano bene. La situazione è oggi abbastanza gestibile anche nell’Ato costa con la discarica di Peccioli e gli inceneritori di Pisa e Livorno che vanno verso la chiusura. In quell’equilibrio vivrà il progetto Eni-Stagno. Quanto all’Ato Toscana centrale: per il momento l’equilibrio c’è, di un nuovo impianto nella Piana non intendo tornare a parlare. Appena ci sarà il nuovo presidente di Alia ci confronteremo».
Se non nuovi impianti, è per allargare quelli esistenti?
«Più che altro vanno modernizzati e resi più efficienti. Mentre per i distretti industriali vediamo come e se sarà possibile autorizzare impianti specifici. Sulla differenziata dobbiamo dare contributi premiali ai Comuni che ottengono i migliori risultati. Nei primi 100 giorni sull’economia circolare raccoglierò proposte per un atto di indirizzo».
Avrà tutti politici o anche tecnici di spessore nella sua giunta?
« Potrebbero anche esserci esterni ma non persone che in vita loro non abbiano mai avuto a che fare con la macchina regionale. Io non voglio assessori- vetrina, ma una giunta che lavori sodo. A proposito: terrò la delega dello sport, per cui voglio triplicare il budget, da 3 a 10 milioni l’anno. Le società sportive hanno un grande valore sociale, il Covid le ha danneggiate e dobbiamo aiutarle » .
Ha già il nome per la cultura?
«Intanto ho deciso di spostare l’ufficio della presidenza al secondo piano di Palazzo Strozzi Sacrati. I saloni del primo piano intendo aprirli ai cittadini: diventeranno lo show room dell’archivio delle foto Alinari, che la Regione ha acquistato e che avrà sede a villa Fabbricotti. Quanto al resto, sto facendo una mappa delle fondazioni e degli enti. Oggi il bilancio-cultura della Toscana vale 30 milioni ma penserei di aumentarlo puntando ad una cultura che coinvolga il più possibile la popolazione, non c’è più spazio per iniziative di nicchia».
Confermerà i fondi al Maggio?
«Il Maggio è un’istituzione di valore mondiale, vedremo come sostenerlo in una logica ampia col Fus. Penso però che cultura debba significare anche costruzione di centri culturali nei Comuni che non hanno nulla.
L’Ort dovrebbe girare per tutta la Toscana, la Fondazione Toscana Spettacolo coprire 100 Comuni con le iniziative. Ho un’idea di cultura diffusa, in cui la Chimera torni ancora, com’è già accaduto, ad essere esposta ad Arezzo e il vaso François sia in mostra a Chiusi. E poi la Regione deve ritrovare un ruolo: non trovo coerente ad esempio che ci siano tre città toscane, Volterra Pisa e Arezzo, candidate a capitale italiana 2021 della cultura».
Si occuperà della “sua” Firenze?
«Mi concentrerò sulle cose che hanno un respiro regionale.
Aeroporto, rivitalizzazione di Firenze Fiera coi lavori alla Fortezza, che deve diventare una cittadella delle esposizioni, e Alta velocità per liberare i binari di superficie per i pendolari toscani».
La convince l’idea degli Uffizi 2?
«Sì, ci stiamo lavorando. Con Schmidt e con l’Università ho parlato dell’idea di utilizzare la villa medicea di Careggi, di proprietà della Regione, inutilizzata da quando Mariella Zoppi oculatamente la comprò. Ne ho parlato anche col sindaco Nardella, per me gli Uffizi 2 dovrebbero nascere lì e da lì potrebbe partire un pulmino che porti i turisti nelle altre ville medicee dirottando i grandi flussi dal centro. Per servire la villa la tramvia di Careggi andrebbe portata al Meyer. In questi 5 anni potremmo dare nuova luce a Firenze con questo progetto».