Il Tirreno, Cronaca di Grosseto
Il fronte del no si compatta «Siamo pronti alla barricata»
Follonica. Il procedimento amministrativo che potrebbe portare alla riaccensione dell’inceneritore di Scarlino Energia è partito da pochi giorni e di fronte alle affermazioni dell’azienda, che parla «emissioni non nocive dopo la ristrutturazione dell’impianto», Mario Monciatti, presidente del comitato per il No all’inceneritore, si dice pronto a una barricata. Inoltre, alle dichiarazioni del legale di Scarlino Energia che mette in dubbio i fondamenti del parere non favorevole di compatibilità urbanistica espresso dal Comune di Scarlino sul nuovo progetto presentato dalla società, la sindaca di Scarlino Francesca Travison chiarisce la sua posizione: «Il progetto di Scarlino Energia – spiega la prima cittadina – contrasta con le norme di riferimento della zona su cui ha sede l’impianto per entrambi gli strumenti urbanistici, Regolamento urbanistico e Piano operativo: è evidente che l’intervento proposto, che prevede oltre al revamping anche la realizzazione di nuove strutture, non sia ammissibile, e non solo per le norme di salvaguardia. Il progetto contrasta anche con il Regolamento urbanistico attualmente in vigore – prosegue Travison – che non consente nuove edificazioni, visto che le norme tecniche prevedevano nuovi interventi attraverso un piano di lottizzazione unitario su tutta la zona industriale di Scarlino». Travison spiega infatti che la validità della previsione è quinquennale, ed è quindi è scaduta, e il Piano di lottizzazione non è mai stato redatto. «A questo – prosegue la sindaca – si aggiunge la norma di divieto di realizzazione di tali impianti a seguito dell’osservazione d’ufficio e dell’interpretazione autentica dell’estensore del piano, che sarà contenuta nel Piano operativo».Monciatti analizza invece il progetto del revamping proposto da Scarlino Energia. L’azienda ha infatti presentato alla Regione un’istanza per far ripartire l’inceneritore: il progetto presentato prevede nello specifico «il revamping delle camere di combustione» e «la costruzione di una nuova linea 4», oltre alla «modifica dell’esistente impianto di trattamento rifiuti liquidi». «Il revamping si commenta da solo: evidentemente è solo una riattivazione del vecchio impianto – dice ancora l’ambientalista Monciatti – O i tre impianti che strutturalmente sono stati riconosciuti fuori legge dal Consiglio di Stato vengono abbattuti e rifatti, oppure non potranno certamente essere messi a norma. La fantomatica quarta linea verrà invece costruita negli anni successivi, intanto però l’inceneritore dovrebbe funzionare con la vecchia impiantistica». Monciatti spiega poi che con la ripartenza verrebbe inserito anche il trattamento dei liquidi ad altro contenuto organico. «Una minaccia di prima grandezza per il nostro mare – conclude il presidente – che diventerebbe il ricettacolo di questi processi di depurazione».