La Nazione, Cronaca di Grosseto
Il caso inceneritore
Gli operai di Scarlino Energia escono allo scoperto «Siamo rimasti in dieci. E dimenticati da tutti»
FOLLONICA «Sono diversi anni che non ci facciamo sentire, siamo rimasti in pochi anche perché l’interesse e la solidarietà per la nostra situazione, non ha risolto i problemi legati ai nostri posti di lavoro. Dei circa 120 dipendenti (60 diretti e 60 dell’indotto) siamo rimasti meno di 10 in Scarlino Energia». Inizia così la lettera dei lavoratori dell’impianto di incenerimento chiuso da quasi 6 anni. «L’impianto è fermo dal gennaio del 2015, cosa è stato fatto da allora per i posti di lavoro persi? Cosa è stato fatto per il problema dei rifiuti? Dove sono le attività alternative che creano occupazione? Se ne parla solo quando riappare «lo spettro» del rilascio di una nuova autorizzazione all’impianto di Scarlino proponendo le solite soluzioni campate in aria senza progetti che non tengono conto della realtà. I sindaci di Scarlino e Follonica (nella nota di richiesta alla regione per l’inchiesta pubblica) ammettono che «i Comuni della nostra Ato non hanno ancora raggiunto i limiti minimi di legge in termini di raccolta differenziata (65%) e c’è ancora bisogno di portare a smaltimento una cospicua quantità di materiale non differenziato…..» dicono che «è dovere della politica…» ma in questi anni cosa hanno fatto? I rifiuti della provincia dove sono andati?». Poi chiudono. «Non è un modocorretto di agire. Infatti non saremo invitati alla consulta per l’ambiente del comune di Scarlino, così «democraticamente» nominata almeno sull’argomento inceneritore non ci saranno voci fuori dal coro».