Il Tirreno, Cronaca di Grosseto
I progetti di Iren (demolizione, bonifica e polo innovativo) piacciono: ma i sindaci vogliono certezze nero su bianco
Addio inceneritore
Tutti soddisfatti in attesa delle “carte”
SCARLINO. Il giorno dopo l’annuncio di Iren di voler realizzare al Casone di Scarlino un polo del recupero di materia con quattro impianti, arrivano spedite le reazioni di rappresentanti istituzionali e forze politiche di Scarlino e Follonica. Riassumendo: grande soddisfazione per la rinuncia della multiutility a costruire un nuovo termovalorizzatore al posto del vecchio impianto di Scarlino Energia; molti distinguo e richieste di chiarimento all’azienda sull’impiantistica, ma dietro la cortina fumogena un sostanziale via libera all’operazione. Trasversale alle forze politiche. Di prima mattina arriva la nota di amministratori e politici del Pd: «La vicenda dell’inceneritore va chiusa definitivamente», sottolineano all’unisono Giacomo Termine (segretario provinciale), Marco Simiani (segreteria regionale), Francesca Mondei (responsabile provinciale Ambiente), Mirjam Giorgieri (segretaria Follonica) e Luca Niccolini (segretario Scarlino). «Lunedì pomeriggio la nuova proprietà di Iren ha incontrato le amministrazioni di Scarlino e Follonica, presentando un progetto sostitutivo all’attuale impianto. La proposta ne prevede demolizione e bonifica dell’area per installare un moderno impianto per la rigenerazione degli scarti delle raccolte differenziate e dei processi produttivi (legno, fanghi della depurazione civile e plastiche…) costituendo così un nuovo polo a servizio dell’area vasta della zona sud oltre che di tutta la Regione Toscana». Ritenendo importanti gli investimenti legati ai progetti innovativi di economia circolare, per i dem « la proposta di Iren elimina il relitto di un periodo finito, introducendo innovazione e tecnologia per mantenere una presenza industriale qualificata». Quindi il via libera, ringraziando Sani, Marras e Spadi per l’impegno: «In questo contesto stare fermi o bloccare lo sviluppo sarebbe un grave errore che provocherebbe danni sociali, oltre a confermare la presenza dell’inceneritore sulla piana di Scarlino». Subito dopo è la volta del sindaco di Follonica, Andrea Benini. «È stato aperto un dialogo con nuovi interlocutori, il gruppo Iren, con cui è stato possibile parlare di un modello di sviluppo alternativo con obiettivi legati all’economia circolare. Il percorso è appena iniziato e qualsiasi proposta sarà da valutare: non daremo nulla per scontato». Archiviato con soddisfazione l’inceneritore, Benini dice «non accetteremo nessuna proposta che preveda la presenza di camini o, in generale, processi di combustione. Come abbiamo scritto nel nostro programma elettorale – prosegue Benini – puntiamo su un distretto green: l’idea per il futuro del nostro territorio è di un polo basato sull’economia circolare, dove ogni rifiuto possa uscire prodotto».Ultima, ma non per importanza, la sindaca di Scarlino, Francesca Travison: «L’archiviazione del progetto di revamping dell’inceneritore di Scarlino, è arrivata oggi (mercoledì 13 aprile) in municipio. È una notizia che attendevamo», dichiara a nome di tutta la giunta . «Sul nuovo progetto presentato da Iren Ambiente, partiamo dal fatto che questa amministrazione non è contraria all’economia circolare, anzi. Ne abbiamo parlato anche in campagna elettorale perché sapevamo benissimo che l’interesse sulla nostra zona industriale non sarebbe finito con l’accantonamento dell’incenerimento. I rifiuti rappresentano una criticità con cui è impossibile oggi non fare i conti, e il riciclo è una soluzione plausibile se ben strutturato». Nelle ultime settimane Regione e Iren Ambiente hanno proposto a Scarlino e Follonica di sottoscrivere un protocollo sul nuovo progetto di Iren. «Documento – osserva il sindaco Travison – che presenta molte lacune, tanto che ancora oggi non è firmato. Del quale peraltro non si comprende la necessità, visto che l’iter sembra piuttosto chiaro a leggere le anticipazioni uscite sulla stampa, pur mancando dettagli importanti. Ci viene detto che l’area diventerà uno dei primi poli in Italia dedicati al trattamento di legno, pulper, plastiche e fanghi (aspetto che ci preoccupa di più), depurazione per la lavorazione di rifiuti liquidi. Si tratta inoltre di quantità molto importanti in entrata. Per questo – chiude – abbiamo sollecitato in più occasioni ulteriori precisazioni all’azienda. Abbiamo chiesto e continueremo a chiedere il coinvolgimento della popolazione locale, che deve essere informata e deve poter esprimersi sul futuro della Piana di Scarlino».