Il Sole 24 Ore
Gualtieri avanti contro il M5S: «Userò i poteri per il Giubileo»
Il sindaco farà leva sul ruolo di commissario, la copertura di Zingaretti
Emilia Patta
«Attualmente Roma dipende completamente da sbocchi inquinanti, costosi e precari in giro per l’Italia e per l’Europa. Con gli impianti previsti dal nuovo piano, a partire dal termovalorizzatore, ridurremo del 90% l’attuale fabbisogno di discariche e arriveremo ad una chiusura pressoché totale del ciclo sul territorio. Lo faremo riducendo del 45% le emissioni, producendo l’energia consumata ogni anno da 150.000 famiglie, recuperando risorse preziose con cui potenziare la raccolta e ridurre la tariffa per i romani e per le imprese. È una svolta storica per la città e anche per il Paese».
Così, il 21 aprile, il sindaco di Roma ed ex ministro dell’Economia annunciava sul Sole 24 Ore la decisione di costruire un termovalorizzatore a controllo pubblico nella Capitale. Un annuncio davvero storico, visto che dopo la chiusura della grande e inquinante discarica di Malagrotta su indicazioni della Ue da parte dell’allora sindaco democratico Ignazio Marino il no al termovalorizzatore ha caratterizzato tutte le scelte politiche locali, non solo durante la consiliatura della sindaca Virginia Raggi portatrice delle posizioni ultra-ecologiste del M5s, ma anche in Regione: il no alla costruzione del termovalorizzatore è messo nero su bianco nel Piano per i rifiuti del governatore democratico Nicola Zingaretti, che nel marzo del 2021 ha allargato il governo regionale al M5s con l’ingresso in Giunta di Roberta Lombardi alla Transizione Ecologica e Valentina Corrado al Turismo.
Ed eccolo, l’avvertimento di Lombardi: «Chi sostiene la necessità di un inceneritore afferma che non ci sono alternative. Falso! L’alternativa c’è, eccome! Ed è quella della raccolta differenziata spinta». Peccato però che Lombardi non chiarisca che cosa bisogna fare dell’indifferenziata («l’alternativa – ribatte Gualtieri – sarebbe un discarica da 1 milione di tonnellate ogni 3 anni»). Il M5s capitolino, guidato da Raggi, è stato ancora meno diplomatico di Lombardi arrivando ad occupare il Consiglio comunale per protesta. E contro al decisione del sindaco sì è schierata anche la Cgil romana, contrariamente alla Cisl («sull’energia paghiamo i troppi no di questi anni, dai rigassificatori alle trivelle alla Tap. Stop ai veti sul termovalorizzatore di Roma», ha detto il leader Luigi Sbarra). Che fare con il no del Piano regionale e per evitare ricorsi? Gualtieri ha chiarito che andrà avanti comunque, forte dei poteri straordinari per il Giubileo del 2025 attribuitigli dal governo come commissario speciale. E la strada dei poteri straordinari ha la copertura politica di Zingaretti, che in Giunta non ha i numeri per il sì al termovalorizzatore. «Tra Giubileo e (forse) Expo ci saranno condizioni straordinarie – si spiega in Regione – che non potranno essere gestite con l’ordinaria amministrazione».