Il fondone. Nella legge di bilancio 21 miliardi in 15 anni: potranno essere meno grazie a intese con Cdp, Bei e banche
Ministero dell’Ambiente. La sfida già iniziata è l’attuazione di tutti i fronti aperti: Dpcm e Cipe per assegnare le risorse
Il Sole 24 Ore
È in rampa di lancio il new green italiano. Nei primi quattro mesi del governo Conte 2 sono state approvate la legge sul clima, il decreto Salvamare e la norma sul riciclo (end of waste). I prossimi passi saranno collegato ambientale, Piano nazionale energia e clima, Ddl Cantiere Ambiente sul dissesto e recepimento delle direttive Ue sull’economia circolare. Senza parlare delle leggi che in Parlamento stanno cercando un accordo M5S-Pd, come quella sull’acqua e quella su consumo del suolo e rigenerazione urbana. Mentre il Dpcm che ripartisce fra 236 interventi in tutta Italia 362 milioni per il piano 2019 sul dissesto idrogeologico è stato, inviato, dopo due anni di faticoso iter, dal ministero dell’Ambiente alla Presidenza del Consiglio per il varo definitivo.
Ma il governo ha anche stanziato con la legge di bilancio risorse che ora devono essere rapidamente messe a disposizione: 33 miliardi da spendere in 15 anni ma da programmare subito per partire rapidamente. A queste vanno aggiunte le risorse che sarà possibile recuperare con l’emissione di titoli di Stato green, pure previsti dalla legge di bilancio: obbligazioni verdi per finanziare investimenti per il contrasto al cambiamento climatico e la protezione dell’ambiente. Una massa enorme di interventi attuativi su cui si misurerà la concretezza del piano di governo.
Ma quali sono i capisaldi finanziari di questo piano? Si lavora già ai criteri per assegnare le risorse del fondo per gli investimenti green su cui transiteranno 20,8 miliardi fino al 2034. È il cuore del piano di investimenti, rafforzato in legge di bilancio dalla possibilità (per ampliare i contributi e anche anticiparli nel tempo) di stipulare accordi con Bei, Cdp e sistema bancario. Le priorità del “fondone” – che saranno definite con «uno o più Dpcm» su proposta del Mef e dei ministeri competenti – saranno economia circolare, decarbonizzazione, riduzione delle emissioni, risparmio energetico, sostenibilità ambientale e «programmi di investimento per progetti di carattere innovativo». Bisogna aggiungere che questo “fondone” è il terzo della serie dopo i due per le infrastrutture delle amministrazioni centrali e delle amministrazioni locali creati dai governi Renzi e Gentiloni e ora orientati – dal Conte 2 – a politiche infrastrutturali sosteinibili.
Le risorse per il Green new deal non finiscono, però, con il fondone. I comuni avranno una dotazione di 400 milioni l’anno dal 2025 al 2034 (totale 4 miliardi) facilmente spendibili con il “modello spagnolo” per opere di edilizia pubblica, inclusi manutenzione e sicurezza ed efficientamento energetico, manutenzione della rete viaria, dissesto idrogeologico, prevenzione del rischio sismico e valorizzazione. Gli enti locali, nel periodo 2020-2034, disporranno anche di tre miliardi per interventi di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, di messa in sicurezza ed efficientamento energetico delle scuole, degli edifici pubblici e del patrimonio comunale, nonché per investimenti di messa in sicurezza di strade.
Ci sono poi i contributi alle regioni a statuto ordinario per investimenti volti alla realizzazione di opere per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio, per interventi in viabilità, per lo sviluppo di sistemi di trasporto pubblico ecologici, per la rigenerazione urbana e la riconversione energetica verso fonti rinnovabili, per le infrastrutture sociali e le bonifiche ambientali dei siti inquinati. Qui parliamo di circa 5miliardi e mezzo nel periodo 2021-2034 che pure vanno pianificati identificando un filo rosso per non disperdere e frammentare le risorse in un’azione a basso effetto.
Altri 462 milioni (33 milioni l’anno dal 2020 al 2023 e 66 milioni di euro dal 2024 al 2028) serviranno a finanziare la partecipazione italiana alla ricostituzione del «Green Climate Fund».
Entro il prossimo anno, sarà inoltre istituita presso il Ministero dell’Ambiente una Commissione per lo studio e l’elaborazione di proposte per la transizione ecologica e per la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi, le cosiddette tax expenditure ambientali.
Fondi anche per la progettazione (preliminare e definitiva) degli interventi di bonifica di beni contaminati da amianto: 4 milioni di euro aggiuntivi per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 ed estensione anche agli interventi di bonifica delle navi militari. I comuni dovranno convertire almeno il 50 per cento dei loro mezzi di servizio con veicoli alimentati ad energia elettrica, ibrida o a idrogeno.
Pagina a cura di Giorgio Santilli