Il Sole 24 Ore
Governo contro il regolamento imballaggi
Ministero della Transizione: «Aperto un confronto affinché si intervenga»
Sa.D.
«La proposta di regolamento sugli imballaggi circolata nei giorni scorsi ci lascia perplessi, sia per il veicolo normativo scelto, un regolamento, che non lascia alcuna flessibilità di applicazione, sia per i contenuti. Le scelte devono essere supportate da valutazioni tecnico scientifiche che consentano, a parità di obiettivi ambientali, di perseguire i modelli che comportano i benefici maggiori sotto il profilo sociale ed economico». Così il ministero della Transizione ecologica in una nota chiarisce le posizioni del dicastero sulla proposta di regolamento Ue sugli imballaggi, di cui è circolata recentemente una bozza e che sarà presentato dalla Commissione europea il 30 novembre.
Le perplessità si aggiungono a quelle già espresse da Confindustria, preoccupata dell’impatto del nuovo regolamento – che punta sul modello di riutilizzo degli imballaggi a scapito di quello di riciclo – su una prima stima di oltre 700mila aziende con 6 milioni di addetti e un fatturato di 1.850 miliardi di euro. L’associazione degli industriali sta già lavorando per posticipare la presentazione della proposta della Commissione, in modo da avere il tempo di far comprendere l’effetto «devastante sulle filiere italiane ed europee e su un sistema d’eccellenza come l’industria del riciclo».
Critici anche gli operatori del settore, a cominciare da Luca Ruini, l presidente del Conai, il consorzio nazionale imballaggi (si veda l’intervista a fianco) e da Giorgio Quagliuolo, presidente di Corepla, il consorzio che avvia al riciclo la plastica, considerato il materiale «più demonizzato» dalla nuova impostazione della gestione del rifiuto da imballaggio.
Aggiunge il Mite: «Se un modello nazionale funziona (ed è questo il caso del sistema di gestione degli imballaggi italiano, basato su raccolta differenziata integrata, ove necessario, con raccolta selettiva) la normativa comunitaria deve supportarlo e non sostituirlo con un altro dall’efficacia incerta. A tal proposito, su indicazione del ministro Gilberto Pichetto, il Mite ha aperto un confronto affinché si intervenga nelle sedi opportune a livello comunitario».
In particolare, a supporto di questa posizione, il ministero della Transizione cita i risultati del sistema di riciclo nazionale, certificati dal Conai: «L’Italia nel 2021 ha avviato a riciclo il 73,3% degli imballaggi immessi sul mercato: 10 milioni e 550mila tonnellate, vale a dire 7 imballaggi su 10, superando il target europeo al 2025 del 65%».
Per quanto riguarda nuovi fondi, il ministero conferma l’impostazione già presentata – e avvallata – a livello europeo: «Il Pnrr ha previsto investimenti nell’impiantistica del riciclo e nell’infrastrutturazione della raccolta differenziata per 2,1 miliardi di euro e il Mite sta chiudendo le graduatorie per l’erogazione dei finanziamenti».