Il Tirreno, Attualità
Al pari di mascherine e guanti (anche quelli che ci danno nei negozi) devono essere smaltiti a casa
nell’indifferenziata
Sono rifiuti speciali
Matteo Scardigli
Non si possono buttare nel cestino dei rifiuti per strada. Le mascherine, certo. Neppure i guanti. Ma con il
coronavirus neppure i fazzoletti di carta. Ti soffi il naso, ti pulisci gli occhiali? Il fazzoletto usa e getta diventa
un rifiuto speciale. Un vettore (potenziale) di contagio. E quindi deve essere smaltito nella spazzatura.
Quella di casa propria. Con la massima attenzione. Guai a sbagliare un colpo. Si rischia una sanzione. Si
dovrebbe, in realtà. Perché di multe, non ne risultano in Toscana finora. Anche se la Regione tutti i venerdì
organizza un monitoraggio settimanale sullo smaltimento corretto dei rifiuti speciali da prevenzione del
Covid. E finora solo Grosseto, in Toscana, sembra aver preso sul serio la lotta all’abbandono (indiscriminato)
delle mascherine. Che già si intravedono abbandonate nelle strade. E perfino sulle spiagge. Il sindaco,
Francesco Vivarelli Colonna, ha firmato un’ordinanza che prevede multe fino a 5mila euro per i furbetti della
mascherina Covid. Del resto liberarsi da guanti e mascherine può essere pericoloso per sé e per gli altri, e
non solo perché si rischia di portarsi il Coronavirus in casa propria. Per quanto riguarda la collettività e
l’ambiente bisogna tener conto del potenziale di contagio e dell’inquinamento. A spiegarci come non
sbagliare è Aamps, l’Azienda di pubblico servizio che gestisce raccolta e lo smaltimento a Livorno.
1 Quali sono i rifiuti che dobbiamo smaltire come speciali?
Guanti monouso e mascherine (tutte, senza distinzione tra monouso e riutilizzabili) sono i principali
dispositivi di sicurezza di contrasto alla diffusione del Covid-19. Il virus però, come indicano gli studi
scientifici, può essere trasmesso anche da pazienti asintomatici, c persone che hanno il virus ma non
accusano o mostrano i sintomi elementari della malattia. Ecco perché bisogna conferire con particolare
attenzione e nello stesso modo anche i fazzoletti di carta usati per colpi di tosse o starnuti.
2 I fazzoletti di carta sono rifiuti speciali?
Questi normalmente sarebbero da considerarsi rifiuto organico, ma potendo contenere elementi di contagio
vengono considerati dall’Iss (l’Istituto superiore di sanità) al pari di guanti e mascherine. Nella categoria dei
rifiuti speciali, attenzione rientrano anche i guanti forniti da negozi e centri commerciali all’interno dei punti
vendita, specialmente se indossati a contatto diretto con la pelle.
3 E dove si buttano i guanti che ci danno nei negozi?
Vanno conferiti proprio come guanti, mascherine e fazzoletti o i rotoli di carta: tutti nel sacco nero.
4 Ricapitoliamo: dove dobbiamo buttare le nostre mascherine, fazzolettini, guanti? E come li
buttiamo?
Tutti questi rifiuti che ormai abbiamo capito essere speciali vanno conferiti insieme agli scarti non
differenziabili, cioè a quei rifiuti composti da diversi materiali non separabili gli uni dagli altri: un pacchetto di
sigarette non è indifferenziabile (carta, plastica e stagnola si possono separare), un rasoio o un giocattolo
invece sì. Nella nostra casa finiscono nel sacco nero.
5 Ma se mi trovo per strada?
È assolutamente vietato infilarli nei gettacarta, cioè nei bidoncini per uso comune che si trovano nei parchi
o sulle spiagge, o nei bidoni per i rifiuti generici disposti sui marciapiedi o a bordo strada. Nei luoghi pubblici
bisogna usare i cassonetti dell’indifferenziato, se sono presenti nella propria città, oppure dotarsi di un
sacchettino, proprio come i padroni dei cani o i fumatori non incivili, e portarseli a casa. Ancora l'Iss consiglia
«che il privato utilizzi almeno due sacchetti uno dentro l’altro e chiuda bene i sacchetti utilizzando guanti
monouso, senza schiacciarli con le mani utilizzando legacci o nastro adesivo». Un’accortezza valida per
qualsiasi tipo di conferimento.
6 Come vengono raccolti questi rifiuti ad esempio se vengono trovati abbandonati in strada?
È sempre l’Iss a stabilire le linee guida, per esempio, indirizzate ai volontari della protezione civile. Per
raccogliere i rifiuti gli operatori devono utilizzare guanti monouso, da smaltire dopo l’uso come rifiuti
indifferenziati, non prelevare sacchetti aperti o danneggiati, e infine gettare i sacchetti negli appositi
contenitori a seconda del tipo di rifiuto.
7 Finora abbiamo preso in considerazione persone che potrebbero non essere contagiate. Ma dove
gettano le mascherine, ad esempio, le persone in autoisolamento? O quelle in quarantena in casa?
Chi si trova in quarantena o in isolamento, perché ha il virus o perché dev’essere tenuto sotto osservazione,
è obbligato a mettere tutti i rifiuti (con l’imposizione di -non- differenziare) in un unico sacco contenitore, che
poi sigilla col nastro adesivo all’interno di una scatola di cartone fornita dall’azienda che gestisce lo
smaltimento. La stessa azienda, in accordo con l’Asl di competenza, effettua passaggi per la raccolta ad
personam (personalizzata) fuori dai turni ordinari per portare via la scatola. Chi teme di aver contratto il virus
è tenuto prima di tutto a verificare la propria condizione, e quindi a seguire le istruzioni dell’Asl e dell’azienda
dei rifiuti. La paura del virus non dev’essere utilizzata come scusa per evitare di fare la raccolta differenziata.
Nel caso in cui la persona risulti essere davvero infetta sarà l’Asl ad attivarsi presso l’azienda dei rifiuti per
predisporre la raccolta: il paziente cioè non deve fare alcuna segnalazione.
8 Ma una volta raccolti, come vengono smaltiti questi rifiuti?
Sia che arrivino dalla raccolta domestica, sia che provengano dalla strada, questi rifiuti speciali finiscono
direttamente nell’inceneritore insieme al resto del non differenziabile. In questo modo si abbatte il rischio di
contagio per gli operatori dell’azienda di smaltimento e si distrugge ogni traccia del virus. A livello regionale è
stato attivato un piano condiviso perché un’azienda di smaltimento che non dispone di un inceneritore possa
servirsi di quello utilizzato da un’altra azienda, oppure conferire all’interno della discarica dove regolarmente
porta i rifiuti adottando «opportuni e specifici accorgimenti».
9 Che cosa rischia chi butta via le mascherine o i fazzoletti di carta in modo sbagliato?
Al momento non esiste una ‘multa specifica pensata per chi butta questi rifiuti speciali nel sacchetto o nel
bidone sbagliato o direttamente per terra. Gli operatori incaricati dello smaltimento dei rifiuti o dello
spazzamento stradale hanno invece l’obbligo di riferire all’azienda ogni volta che individuano una persona
che butta per terra o in un cestino la mascherina. L’azienda locale di smaltimento a propria volta segnala
l’infrazione alla polizia municipale, la quale decide infine se intervenire in modo autonomo o con l’azienda
stessa. Questo vale – purtroppo – anche in flagranza di infrazione. Chi conferisce in modo errato, per volontà
o per sbaglio, rischia in fin dei conti la stessa multa di chi lascia cadere a terra la cartina della caramella.
10 Quali obblighi di segnalazione ha il cittadino? E l’operatore ecologico?
La Regione Toscana fa ancora una volta appello al senso civico dei cittadini perché mettano i dispositivi
nell’indifferenziato. Al di là di questo, come detto, non ci sono imposizioni diverse da quelle della normale
raccolta differenziata, né esiste l’obbligo di denunciare il conferimento errato proprio o altrui. L’operatore
ecologico, sempre come detto, farà rapporto. Suo compito è anche quello di raccogliere il dispositivo
abbandonato a terra (è protetto dai suoi dispositivi forniti dall’azienda) e gettarlo nel contenitore del non
differenziabile idoneo più vicino. Azione fortemente sconsigliata ai cittadini.