La Repubblica – Firenze
Empoli, Massa, Rosignano e Pontedera quattro biogassificatori per i rifiuti
Le proposte avanzate da Alia e Reti Ambiente alla Regione per lo smaltimento della spazzatura in Toscana Ipotizzati anche impianti per trattare pannolini ( Capannori), alghe ( Cecina), elettrodomestici ( San Donnino)
di Ernesto Ferrara Quattro bio-gassificatori, da Empoli a Massa, da Rosignano Marittimo a Pontedera. Un impianto per la vetrificazione a Peccioli. Più una serie di progetti per il trattamento di scarti apparentemente innocui eppure così impattanti, dai pannolini (Capannori) alle alghe ( Cecina), dai vecchi elettrodomestici ( San Donnino e Terranuova Bracciolini) ai residui degli spazzamenti stradali e degli sfalci di aiuole e giardini (Ospedaletto, Pisa). Si chiude il bando pubblico indetto nei mesi scorsi dalla Regione per sondare la disponibilità delle società della nettezza a realizzare strutture per lo smaltimento e di colpo la stagione degli inceneritori è formalmente archiviata. Addio ciminiere. Ma a sorpresa salta lo stesso fuori un assalto del mercato. Una corsa mai vista a proporre impianti con nuove tecnologie da parte delle società di gestione, che hanno dentro i Comuni come soci pubblici ma anche colossi privati del business dei rifiuti come partner finanziari e industriali. Si parla di oltre 1,5 miliardi di investimenti prospettati. E per una terra abituata a decenni di immobilismo, flop e rivolte popolari costate pure qualche carriera politica, come per Case Passerini, è una scossa inedita.
Sarà la volta buona? Riuscirà l’arrembaggio all’economia circolare? E soprattutto: saranno tecnologie davvero eco sostenibili? La partita coi territori ancora non è nemmeno iniziata. Ed è vero che il gap rispetto alla vicina Emilia Romagna e al Nord Italia rimane enorme. Ma intanto all’avviso pubblico degli uffici regionali dell’Ambiente che è scaduto ieri sono arrivate almeno 4 proposte “hard”, appunto per il trattamento dell’enorme quantità di spazzatura indifferenziata che ogni anno la Toscana spedisce in discarica o ad inceneritori fuori regione, con costi esorbitanti. Alia, la spa dei rifiuti dell’area fiorentina guidata da Alberto Irace, è il player più attivo, ma si muove forte anche Reti Ambiente, la società della costa, diretta dal manager Daniele Fortini. Niente termovalorizzatori: la proposta è di grandi “ eco factory” per trattare e trasformare oltre 1 milione di tonnellate di rifiuti indifferenziabili ricavandone metanolo, etanolo, idrogeno e altre strutture per rifiuti particolari, dal verde ai pannolini, qui sfruttando anche fondi del Pnrr. « Impianti di fatto a zero emissioni » si promette dalle società di gestione. Sarà così? Alia non torna sul “luogo del delitto”, nella Piana fiorentina, ma l’interlocuzione tra investitori e Comuni è solo agli albori. Riuscirà stavolta la sfida? Alia rivendica «un’alleanza per l’economia circolare » con soggetti locali e leader internazionali per i tre impianti su cui ha presentato studi di fattibilità, cioè Empoli, Rosignano e Pontedera: da Maire Tecnimont, la società che ha brevettato la tecnologia di biorigassificazione “NextChem”, a Scapigliato, Suez e Zignago Vetro. Totale investimenti previsti oltre un miliardo. Per Empoli, nell’area industriale del Terrafino, si propone un “ Waste to methanol/H2”, struttura che dall’indifferenziato urbano precedentemente trasformato in balle di “ Css” produce metanolo e idrogeno. Capacità di trattamento di 192 mila tonnellate annue, tra cui anche gli scarti industriali di vetro e carta. A Rosignano impianto più grande, capacità di 256 mila tonnellate annue, 440 milioni di costo stimato: da plasmix ( residuo plastico non differenziabile) e indifferenziata si ricava etanolo. Qui il progetto è Alia- Scapigliato ( la discarica) ma Reti Ambiente dovrebbe entrare nell’operazione. A Pontedera, terreno di proprietà Revet- Alia, sempre 256 mila tonnellate annue di capacità, Alia punta a produrre principalmente metanolo e idrogeno. Anche Reti Ambiente propone un impianto di biogassificazione da 80 mila tonnellate annue, nell’area Cermec di Massa. Mentre a Peccioli, insieme alla Belvedere spa, punta ad un impianto per la vetrificazione: niente inceneritori, qui si parla di una struttura in grado di trasformare gli scarti del trattamento meccanico dell’indifferenziato in palline di vetro, ideali per realizzare il drenaggio della discarica. Anche Eni ha presentato delle proposte per l’area di Livorno: niente bioraffineria al posto della raffineria ma impianti per biocarburanti alimentati non con rifiuti ma con oli esausti. Nel sud invece Iren non ha fatto proposte per un bio gassificatore a Scarlino: forse nei prossimi mesi.