Greenreport
Economia circolare, per i bandi Mite sul Pnrr arrivate richieste per oltre 12 miliardi di euro
Ma le risorse a disposizione si fermano a 2,1 miliardi di euro
Adesso dovranno trovare una collocazione coerente con il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti in fase di approvazione
Sono ormai scaduti i termini indicati dal ministero della Transizione ecologica (Mite) per la presentazione dei progetti candidati ai bandi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dedicati all’economia circolare: a fronte di un ammontare disponibile a livello nazionale pari a 2,1 miliardi di euro, le richieste pervenute al Mite hanno superato quota 12 mld di euro, a conferma del grande interesse – e delle poche risorse economiche messe a disposizione – verso questa componente fondamentale della transizione ecologica.
Più nel dettaglio, secondo quanto reso noto dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), al Mite sono arrivate 4.114 domande di finanziamento per un valore complessivo dei progetti di oltre 12 miliardi di euro. Dal Nord sono arrivate 1.474 domande (36%), per complessivi 4.4 miliardi di euro, dal Centro 780 domande (19%) il cui valore complessivo ammonta a 3.3 miliardi di euro e dal Sud 1.860 domande (45%), per 4.6 miliardi.
Una partita cui si abbina quella del Programma nazionale per la gestione dei rifiuti (Pngr), la cui proposta è stata approntata dal Mite ed è oggi in fase di Valutazione ambientale strategica (Vas).
«Il Pngr costituisce una delle riforme strutturali per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) – spiega il presidente dell’Ispra, Stefano Laporta – è uno strumento strategico di indirizzo per le Regioni e le Province autonome nella pianificazione della gestione dei rifiuti è stato predisposto con il contributo delle Regioni, delle due Province autonome, dell’Ispra, dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci), del ministero dello Sviluppo economico e dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera). Il Programma ha un orizzonte temporale di sei anni (2022-2028), partendo dal quadro di riferimento europeo fissa i macro-obiettivi, definisce i criteri e le linee strategiche a cui le Regioni e le Province autonome dovranno attenersi nella elaborazione dei Piani di gestione dei rifiuti, offrendo, contestualmente, una ricognizione nazionale dell’impiantistica, suddivisa per tipologia di impianti e per regione, al fine di fornire, in primis, indirizzi atti a colmare i gap impiantistici presenti nel territorio».